Emilia-Romagna, i punti nascita che verranno chiusi

La decisione del ministero per i punti nascita ben al di sotto della soglia minima di 500 parti all'anno. Restano aperti Mirandola, Cento e Scandiano

Una nursery

Una nursery

Bologna, 5 ottobre 2017 - Salvi i punti nascita degli ospedali di Scandiano (Re) Mirandola (Mo) e Cento (Fe) nel cratere. Nulla da fare per Castelnovo ne' Monti (Re), Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr), dove l'attività viene sospesa ma proseguono i servizi pre e post parto.

Per il ministero, infatti, non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per tutelare mamme e neonati in una delle fasi più delicate della vita. A mettere l’ultima parola, dando semaforo verde o rosso, sulla richiesta di deroga inviata dalla Regione, è il ministero della Salute. La risposta è arrivata da Roma e configura un destino diverso per i 6 punti nascita dell’Emilia-Romagna dove si registrano meno di 500 parti l’anno.

«Abbiamo percorso tutte le strade possibili senza lasciare nulla di intentato - spiega l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Come Giunta avevamo deciso di chiedere la deroga per tutte e sei le strutture, anche considerando l’importanza che rivestono per il territorio, soprattutto quello montano, e dopo un lungo confronto portato avanti con le istituzioni e le comunità locali. Avevamo anche dato rassicurazioni sul fatto di voler e poter adeguare strutture e organizzazione rispetto ai parametri di sicurezza, a partire dal potenziamento degli organici, ma il pronunciamento del ministero è chiaro e adesso occorre attenersi a questa decisione, consapevoli che la sicurezza, quando si parla di sanità, deve sempre venire al primo posto».

In campo non c’è mai stata «la benché minima idea di risparmiare; e sospendere l’attività, come la decisione ministeriale stabilisce, non vuol dire lasciare sole le future mamme e i loro bambini, tantomeno abbandonare le aree montane. Gli investimenti messi in campo dalla Regione per potenziare gli ospedali dell’Appennino, migliorare i Pronto soccorso e le sale operatorie, ampliare gli organici e i servizi, a partire da quelli pre e post parto, non si fermano - chiude Venturi - anzi, a maggior ragione saranno rafforzati. Sono già disponibili 13 milioni di euro da destinare a Castelnovo, Pavullo e Borgo Val di Taro, con progetti definiti e tempi decisi per la realizzazione degli interventi e delle misure previste».

L’Organizzazione mondiale della sanità e l’Accordo Stato-Regioni del 2010 fissano il numero di almeno 1.000 nascite all’anno quale parametro standard a cui tendere per il mantenimento dei Punti nascita; 500 parti la soglia minima definita di sicurezza. Nel 2016 il Punto nascita di Borgo Val di Taro (Parma) ha registrato 124 parti (nel 2015 erano 157), con una percentuale di tagli cesarei del 35,2% (la più alta di tutti i punti nascita attivi in regione). Sempre nel 2016, il Punto nascita di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia) ha registrato 153 parti (159 nel 2015), con una percentuale cesarei del 29,5%. A Pavullo nel Frignano (Modena) l’anno scorso i parti sono stati 196 (261 nel 2015); 13,7% la percentuale dei tagli cesarei.