Pusher ucciso a Sassuolo, otto anni all’aggressore

Il processo con il rito abbreviato per omicidio volontario

Le indagini sull’omicidio di Sassuolo  erano state curate dalla polizia di Stato

Le indagini sull’omicidio di Sassuolo erano state curate dalla polizia di Stato

Modena, 22 febbraio 2019 – Il 43enne Said Boufes, arrestato per l’omicidio volontario del connazionale Mohamed Hamid, avvenuto a Sassuolo in strada, in via Radici in Piano, nell’agosto del 2017 per motivi legati allo spaccio di droga, è stato condannato in tribunale a Modena ad otto anni con il rito abbreviato.

L’abbreviato è stato condizionato da una consulenza medico legale. Come hanno appurato le indagini della squadra mobile della polizia di Stato, che arrestò il 43enne, l’omicidio avvenne per la rivalità tra i due legata allo spaccio, la vittima venne colpita alla gola con una bottiglia rotta.

Nei confronti del 43enne il giudice ha riconosciuto l’attenuante generica della provocazione, l’omicida sarebbe stato aggredito precedentemente dalla vittima.

Determinanti erano state le testimonianze di alcune persone che avevano assistito all’aggressione con il conseguente ferimento mortale. Said Boufes era poi stato fermato nella stazione dei treni di Modena. La pubblica accusa aveva appunto chiesto una condanna appunto ad otto anni.