Quaranta lezioni da non perdere

Dal rapporto tra l’intelligenza artificiale e quella umana al distanziamento sociale: grandi temi sul tavolo

Migration

Dalle sfide poste dall’innovazione tecnologica ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro: saranno più di 40 le lezioni magistrali in cui si parlerà di macchine. Tanti i grandi nomi che saliranno in cattedra. Enzo Bianchi traccerà lo scenario biblico e teologico della condanna al lavoro, mentre Umberto Curi e Ivano Dionigi ricostruiranno una genealogia greca della tecnica. Massimo Cacciari analizzerà il nesso tra sapere e potere, conoscere e fare. Vittorio Marchissi si soffermerà sulle diverse rivoluzioni della meccanizzazione. Stefano Zamagni richiamerà le differenze tra la conoscenza tacita dell’intelligenza umana e quella codificata tipica delle macchine, Riccardo Staglianò ripercorrerà invece le vicende di un nuovo sottoproletariato, quello degli espropriati digitali che lavorano per le principali piattaforme globali. Umberto Galimberti, poi, ricorderà come da tempo, nel rapporto tra uomini e macchine, la guida sia passata alle macchine.

Ancora uomini e macchine nelle riflessioni di Carlo Sini (il corpo è il primo automa) e Silvia Vegetti Finzi (un focus sulle ’protesi’). Quanto pertenga all’anima e quanto all’automa sarà la domanda posta da Maurizio Ferraris. Michela Marzano parlerà di convenzioni, mentre la questione del post-umano, che riguarda l’autofabbricazione resa possibile dalle tecnologie, sarà al centro della lezione di Barbara Henry. Il rapporto tra umani e robot sarà trattato da Carlo Bordoni e Jeffrey Schnapp. Barbara Carnevali si dedicherà alla questione della forma della macchina come oggetto tecnico e al tempo stesso proiezione di bellezza in cui si può esprimere e potenziare il proprio dell’umano. La sfida tra le macchine di ultima generazione è il pensiero verrà approfondita da Roberta de Monticelli e Michele Di Francesco. Eric Sadin discuterà il modo in cui l’intelligenza artificiale consenta – o impedisca – la formulazione di enunciati veritieri sul mondo.

Centrale in quest’edizione anche l’idea che la vita stessa come fenomeno naturale sia comprensibile in termini di un sistema di dati. Ne parleranno, tra gli altri, Salvatore Natoli e Paolo Giordano, che districherà l’attendibilità della scienza dalle false promesse insite nelle fake news. Telmo Pievani dimostrerà che i fenomeni evolutivi del vivente trovano nell’errore e nell’imperfezione un fattore fondamentale di sopravvivenza e diversificazione, mentre Mark O’Connell si addentrerà nel mondo della mentalità transumanistica, l’uploading dei dati cerebrali nelle macchine. In una diversa vena, Alberto Oliverio si soffermerà su come il cervello possa venire potenziato e Stefano Massini tesserà un elogio della vita dal vivo, per ricordare che la vita non è solo biologia, ma anche relazione sociale.

Infine Antonello Soro prenderà le mosse dalle tecnologie di contact tracing per discutere le complesse relazioni tra privacy e biosorveglianza, mentre Giovanni Ziccardi seguirà il tema del monitoraggio e della tutela della riservatezza rispetto alle frontiere più avanzate della società dei sensori, come per esempio le tecnologie indossabili. Stefano Quintarelli e Massimiliano Panarari discuteranno invece il tema dell’estrazione dei dati nei due ambiti dell’economia e della politica, affrontando rispettivamente la questione del marketing degli intermediari tecnologici e quella della manipolazione dei comportamenti politici attraverso la creazione di una cyberpolitica nell’epoca della post-verità. All’esperienza del distanziamento che ha caratterizzato gli ultimi mesi sarà dedicata una riflessione di Massimo Recalcati.