Quarantena a casa per 25 persone

Isolati venti dipendenti della Garc e cinque familiari dell’imprenditore

Migration

Claudio Saraceni, presidente di Garc, esce dallo stabilimento con la mascherina sulla bocca. Il parcheggio è pieno di auto come se fosse un giorno normale ma la storica azienda, che opera nel settore edile, è sprofondata nell’angoscia.

Nello stabilimento, in zona industriale a Fossoli a nord di Carpi, lavorano 250 persone e una ventina di loro si trovano in quarantena, a casa e sotto osservazione: sono entrati a stretto contatto con il manager risultato positivo al Coronavirus.

Tutti gli altri sono al lavoro con la mascherina sulla bocca, qualcuno esce nel cortile per fare una telefonata, forse chiamano parenti e amici preoccupati.

«Abbiamo chiesto di essere tutti sottoposti al tampone, siamo in attesa delle indicazioni di Ausl» spiega Saraceni.

É stato lui stesso, nel primo pomeriggio di ieri, a rendere noto che un dipendente della sua azienda ha contratto il Coronavirus.

«Ho deciso di comunicare la notizia per essere il più trasparente possibile: l’ultima cosa che voglio è che Garc venga vista come un’azienda che ostacola la trasparenza. Il mio obiettivo è evitare che l’infezione si diffonda, e non intendo ostacolare in alcun modo il percorso migliore». Oltre alla quarantena a cui sono sottoposti circa venti lavoratori, Garc ha sospeso tutti i cantieri presenti nella zona lombarda colpita: è proprio nel focolaio di Lodi che il manager ha contratto il virus perché, nell’ultimo mese, si è recato in zona per seguire un cantiere.

«Potrebbe essere andato là quindici giorni fa ed esserci tornato successivamente, quando seguiamo i cantieri facciamo la spola – spiega il presidente – prima di sabato scorso non aveva nulla, poi gli è venuta la febbre e ha tenuto un comportamento responsabile. Fino a mezzogiorno di oggi (ieri, ndr) ho sperato che non fosse positivo, e invece.....».

Non si sa cosa il manager abbia fatto di preciso nei giorni di permanenza a Livraga, vicino Lodi, è presumibile che abbia frequentato, oltre al cantiere e all’albergo, luoghi pubblici come ristoranti e bar.

Il contagio, riferisce Ausl, è avvenuto attraverso il contatto in un ambiente chiuso (forse una cena) con una persona risultata positiva al Covid-19.

«Abbiamo informato chi di dovere e ci stiamo muovendo con senso di responsabilità – prosegue il presidente dell’azienda – siccome non trovavamo le mascherine ci siamo fatti portare scatoloni di mascherine anti-amianto dai nostri cantieri ad Amatrice».

Intanto il sindaco Alberto Bellelli tiene monitorata la situazione e attende istruzioni dalla Regione e dal Ministero: al momento a Carpi non sono stati isolati quartieri e strade ma si naviga a vista. «Il cittadino si è comportato in modo esemplare, non ha compromesso strutture sanitarie e gli auguro pronta guarigione» ha dichiarato il sindaco uscendo dall’incontro a Marzaglia. «L’igiene ambientale sta lavorando per tracciare la mappa di tutti i contatti, sia in luogo lavorativo che familiare. Chi viene individuato a rischio contagio sarà sottoposto ad una quarantena che eserciterà in modo volontario. Attendiamo la valutazione dell’unità di crisi, con cui c’è un aggiornamento costante, e al momento non sono previste misure diverse». Nessuna ’zona rossa’, Carpi al momento non viene isolata anche se la tensione è palpabile.

Il quartiere in cui vive il manager ieri pomeriggio era deserto e i pochi passanti non avevano alcuna voglia di parlare. Per ora, oltre ai colleghi, ci sono 5 familiari in quarantena. Ai suoi cittadini Bellelli raccomanda la calma e di adottare le misure prescritte come evitare grandi assembramenti: «Se avete sintomi sospetti state a casa e chiamate i numeri di emergenza, non andate al pronto soccorso».

Silvia Saracino