Quei decreti che hanno ucciso il 110%

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Leonardo

Fornaciari*

Le Imprese sono alla carretta, senza soldi nelle casse, non riescono a terminare i lavori in corso nè a prenderne di nuovi, ed invece di assumere devono mettere i dipendenti in Cassa Integrazione. Il 110% è, allo stato, un vero dramma nazionale, che inizia con la promessa agli italiani di trasformare le loro vetuste abitazioni in case energeticamente efficienti e sicure dal punto di vista sismico e si conclude con la distruzione di un sogno per le famiglie e una mazzata per un intero pezzo dell’economia. Nel maggio del 2020 viene pubblicato il Dl Rilancio che garantisce agli italiani di poter ristrutturare le loro case. E’ l’inizio di un sogno per i cittadini e la fine di un incubo per il settore delle costruzioni, martoriato da più di dieci anni di crisi nera. Il 110 funziona, si mettono in cantiere lavori nelle case di 2,3 milioni di famiglie. Nel 2021, il settore edilizio sostiene un terzo del Pil italiano, trainando la ripresa economica e dando un nuovo impiego a più di 100.000 lavoratori. Nell’autunno del 2021 si scoprono le truffe (che non riguardano peraltro il 110%). Il governo emana decreti a raffica (otto in sette mesi) e come effetto si raggiunge il fine di aver bloccato il mercato e di aver nei fatti ammazzato il 110%. Risultato: 50.000 imprese schienate, perdita di 200.000 posti di lavoro, sogni distrutti per milioni di famiglie che rimangono con i lavori a metà, o da fare, o che non faranno mai più. Ora il governo (non altri), giacché si tratta di far funzionare – e non distruggere - una legge emanata da un Parlamento che quel Governo lo sostiene con la fiducia, deve assolutamente intervenire al più presto, per sbloccare i sei miliardi di crediti di imposta che le imprese hanno in pancia e rimettere in moto la macchina, così da permettere alle famiglie italiane di poter realizzare le legittime aspettative di beneficiare concretamente di una legge dello Stato che si chiama Superbonus 110%.

*Presidente Ance Emilia

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