«Qui l’auto è un’opera d’arte»

Migration

LA MOTOR Valley viene celebrata in tutto il mondo. Sempre di più, infatti, le testate più importanti a livello globale narrano di un territorio che oltre al cibo e ai suoi nomi prestigiosi, gioca un ruolo senza eguali – indotto compreso – nel settore automotive. Ultimo in ordine di tempo a parlare di Modena e i suoi motori (oltre che del suo cibo) è il Daily Mail in un articolo firmato dal giornalista Sebastian O’Kelly, protagonista di un tour affascinante tra musei e bolidi eccezionali.

«Modena – dice O’Kelly –, una graziosa piccola città simile come dimensioni a Guildford in Surrey, vanta marchi come Ferrari, Maserati e Pagani. Lamborghini e Ducati sono a 25 miglia verso Bologna e la Dallara è appena fuori Parma nella direzione opposta». O’Kelly parla dei «15 musei dedicati ai motori» e racconta con ironia della sua «terrificante esperienza di essere ‘scagliato’ tra le chicane a 110 miglia all’ora a bordo di un’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio da 60mila sterline».

Tra scambi di battute con il suo driver, che chiede al giornalista cosa guida solitamente, e descrizioni colorite, O’Kelly cita i numeri che fanno grande la Motor Valley: «L’Emilia Romagna – scrive – attira 1,8 milioni di persone per i musei e i vari eventi delle case automobilistiche per cui prendo circa 300 milioni di sterline all’anno e tutto ciò deve essere molto confortante per i 66mila dipendenti che vivono di questo settore».

Lo stesso O’Kelly cita nel suo pezzo sul Daily Mail il recente Motor Valley Fest, la kermesse che lo scorso maggio ha richiamato sotto la Ghirlandina migliaia di appassionati, anche grazie al passaggio della storica Mille Miglia. «E’ stata organizzata una cena in cravatta nera nel Palazzo Ducale cucinata dal miglior chef del mondo Massimo Bottura, tre stelle Michelin impegnato attivamente nella lotta contro lo spreco alimentare. E poi l’opera nel Teatro Luciano Pavarotti, macchine luccicanti in tutte le piazze e un ruggito da spezzare le orecchie un sabato mattina – racconta il giornalista – mentre la Mille Miglia attraversava le strade medievali. Eppure, anche il più disinteressato alle automobili – io sono tra quelli – non può visitare il Museo Ferrari di Modena senza apprezzarne la bellezza sorprendente dei modelli degli anni ’50 e ’60. Sono esposti come opere d’arte e molto probabilmente lo sono».

Vincenzo Malara