Ragazzi scomparsi, Stefano Barilli morto nel Po. Era sparito come Venturelli

Si ipotizzava che il 23enne di Piacenza fosse scappato con il coetaneo di Sassuolo. La Squadra Mobile esclude legami tra le due vicende

Vigili del fuoco e carabinieri nel luogo del ritrovamento del cadavere

Vigili del fuoco e carabinieri nel luogo del ritrovamento del cadavere

Modena, 18 aprile 2021 - Entrambi emiliani. Uno 21 anni, l’altro 23. Tutti e due sono scomparsi da casa dopo giorni di inquietudine, dopo aver abbracciato forte le rispettive mamme. Ecco perché il ritrovamento del cadavere senza testa pare del giovane piacentino Stefano Barilli - ieri nelle acque del Po a Caselle Landi, nel Lodigiano - mette in apprensione anche per la sorte del sassolese Alessandro Venturelli.

La madre di Alessandro Venturelli: "Sono vicina alla mamma di Stefano. Per mio figlio continuo sperare, è vivo"

Le loro storie si erano incrociate i primi di marzo quando una telespettatrice di ’Chi l’ha visto?’ fotografò due ragazzi in stazione a Milano riferendo una forte somiglianza dei due a Barilli e Venturelli. Anche le mamme dei ragazzi, forse suggestionate e mosse dalla speranza, avevano riconosciuto nell’immagine i loro figli: "Potrebbero essere loro", avevano detto. Ma la segnalazione è stata poi smentita dagli stessi protagonisti della foto che si sono fatti vivi. "Non sono Stefano e Alessandro, siamo noi". Nella foto i due erano vestiti completamente di nero con due ampi cappotti scuri. Anche Stefano lo era il giorno della scomparsa. Da questo momento anche gli investigatori della squadra mobile di Modena che indagano sulla scomparsa di Venturelli - sparito dalla sua casa di sassuolo a dicembre 2020 - hanno escluso l’ipotesi che i due ragazzi (Barilli è sparito l’8 febbraio) avessero preso la stessa strada. Le indagini sulle rispettive scomparse, da oltre un mese, viaggiano dunque su binari separati e quella relativa alla sparizione del piacentino ha avuto un tragico riscontro ieri quando dalle acque del fiume Po, nel Lodigiano, è emerso il cadavere decapitato di un giovane. Il resto del corpo era in apparenza integro, vestiti compresi, anche se in avanzato stato di decomposizione: addosso, pare in tasca, i carabinieri gli hanno trovato una busta impermeabile con all’interno i documenti di Barilli e un messaggio scritto in stampatello e firmato: "E’ un suicidio, nessuno mi ha costretto a farlo". Solo il dna, comunque, dirà se il corpo è davvero quello di Stefano. Gli inquirenti - sul posto c’era anche il pm - vogliono vederci chiaro. L’ipotesi che il ragazzo si sia tolto la vita è plausibile se il corpo (come pare abbia confermato il medico legale) è rimasto in acqua per molto tempo, tanto da giustificare la perdita della testa dovuta anche all’attacco di pesci come i siluri. In questo caso il ragazzo potrebbe esserci ucciso il giorno stesso della scomparsa. Ma siamo davvero di fronte a un suicidio? O Barilli potrebbe essere stato ucciso da qualcuno che ha poi inscenato il suicidio? Gli inquirenti propendono per il gesto volontario. Una delle ipotesi che ora spaventa familiari e amici di Alessandro Venturelli è che nella fine di Stefano Barilli possa esserci di mezzo qualche setta, nella quale magari può essere finito anche il giovane sassolese, già provato da una difficile situazione psicologica. Magari plagiato e sfruttato da qualche ’congregazione’. Una pista che però non convince la polizia modenese, orientata più su un allontanamento volontario. Quel che sappiamo è che nei giorni precedenti la scomparsa Alessandro aveva comportamenti strani e leggeva testi in cui vengono esposte facili vie per il successo, per il riscatto. La polizia ha sequestrato il telefono del ragazzo sassolese, rimasto a casa. La procura indaga per sequestro di persona anche se l’ipotesi più probabile è quella di un allontanamento.

Ma è stato plagiato? Per gli amici Alessandro era un giovane "facilmente influenzabile". Andranno vagliati anche eventuali contatti all’estero: la cosiddetta pista svizzera – dove conducono alcune mail di una sedicente ’Fondazione’ con toni da fine del mondo – ma anche in Olanda, Paese verso il quale Venturelli aveva in passato manifestato di voler andare. L’altro aspetto inoltre che adesso, dopo l’apertura del fascicolo, potrà essere esaminato è quello che l’avvocato chiama ‘il mistero della macchina’, la sua Ford Fiesta. Nel giorno della sua scomparsa è stato trovato lo sportello porta-oggetti del lato passeggero aperto e soprattutto vuoto. Alessandro è andato via portandosi tanti documenti oltre alle chiavi dell’auto, doppione incluso. Tanti interrogativi, per ora irrisolti. E tanti presunti avvistamenti che fanno sperare i genitori del ragazzo. r. m.