"Ragazzi, state sempre dalla parte dei deboli"

Il messaggio di Marina Orlandi, vedova di Marco Biagi, durante l’intitolazione al giuslavorista del parco di via Nenni a Formigine

Migration

di Gianpaolo Annese

"Nella vostra vita impegnatevi a stare sempre dalla parte dei più deboli. Mio marito è stato ucciso perché cercava di difendere i diritti dei più fragili". Ha scelto di rivolgersi direttamente agli studenti delle due classi delle scuole medie Fiori Marina Orlandi, moglie di Marco Biagi, protagonista della intitolazione del parco di via Nenni a Formigine al giuslavorista ucciso dalle brigate rosse il 19 marzo del 2002, esattamente 20 anni fa. "Nei giorni in cui è stato assassinato – ha raccontato la presidente della Fondazione Marco Biagi – eravamo una famiglia come tante altre, mio figlio Lorenzo aveva la vostra età, 13 anni, il maggiore 19. Le brigate rosse hanno sparato al loro babbo sotto casa. Lorenzo quella sera era tutto allegro, mi sono chiesta come avrei fatto a dirlo ai miei figli: lui così piccolo si è trovato improvvisamente di fronte al male".

Orlandi in questi giorni ha rimarcato come il marito fosse rimasto solo, senza protezioni, nonostante fosse consapevole di essere in pericolo e avesse a più riprese chiesto di ripristinargli la scorta, ha rigettato l’accostamento tra i suoi studi e la piaga del precariato, ha sottolineato come le brigate rosse abbiano sempre colpito persone come lui, i mediatori. "Vorrei associare idealmente – ha sottolineato – quello che è capitato a mio marito alla tragedia enorme che stanno attraversando le persone che scappano dalla guerra, con i papà e i mariti che rimangono a difendere il loro Paese. A voi ragazzi dico: potete fare una grande parte, accogliete queste persone, i bambini che arriveranno. Pensate che sono stati sfortunati, vittime di un’altra nazione dove non c’è la democrazia. Ricordate per tutta la vita i giorni terribili che stiamo attraversando quando dovete fare delle scelte nella vostra quotidianità". Quindi il riferimento ai più fragili: "Mio marito è stato ucciso perché voleva tutelare i diritti degli invisibili, regolarizzare chi lavorava in nero. Aveva in mente i ragazzi che non avrebbero trovato lavoro o che avrebbero faticato tanto per trovarlo. Aveva in mente le donne come le vostre mamme che magari il giorno che erano incinta di voi sono state licenziate perché non avevano tutele. Aveva in mente chi perde l’occupazione per esempio a 50 anni, un’età in cui diventa difficile trovare un altro lavoro e continuare a mantenere la famiglia". Ecco, prosegue la moglie, "è andato avanti nonostante fosse pesantemente minacciato (il suo lavoro dava molto fastidio) perché riteneva fosse il momento giusto per mettere a punto queste protezioni. Fate così anche voi, siate forti e siate sempre dalla parte dei più deboli".

Alla cerimonia, introdotta dall’assessore Marco Biagini, hanno partecipato tra gli altri il sindaco di Formigine Maria Costi, il prefetto Alessandra Camporota, il questore Silvia Burdese, il direttore del dipartimento di Economia ‘Marco Biagi’ e vicepresidente del Comitato scientifico della Fondazione Biagi, Tommaso Fabbri, e don Federico Pigoni.

"L’intitolazione del parco – ha spiegato il sindaco Costi – intende essere un modo per diffondere cultura civica nella nostra comunità, attraverso un uso ragionato della toponomastica, come già avvenuto per altri illustri personaggi come Angelo Vassallo, Nilde Iotti". Intanto nel ventennale della morte il Comune di Modena conferirà la cittadinanza onoraria postuma a Marco Biagi: l’occasione è sabato prossimo con un Consiglio comunale straordinario che si svolgerà nell’Auditorium della Fondazione a lui intitolata e con la partecipazione del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.