«Lorenzo voleva morire con lei»

Finale, la badante che ha sventato l’omicidio-suicidio: «Ora li aspetto a casa»

«Lorenzo voleva morire con lei»

«Lorenzo voleva morire con lei»

di VIVIANA BRUSCHI

–FINALE EMILIA–

«LORENZO e Maria si sono sempre voluti bene, la loro è una famiglia meravigliosa, e fin dal primo giorno mi hanno accolto con amore, qua mi sento come a casa mia». Piange Sabina Simandan, 54 anni, la badante di nazionalità romena che martedì scorso, intorno alle 13, richiamata dall’urlo di Maria si è precipitata nella stanza dei due anziani trovandosi di fronte a una scena che spera al più presto di dimenticare. «Quanto torna alla mente lo ricaccio subito via», dichiara. Una vistosa croce al collo, a significare la sua fede cristiana, Sabina è stata nella notte al capezzale di Maria Maccaferri, da ieri fuori pericolo, l’86enne ricoverata al Maggiore di Bologna dopo il taglio alla gola procuratole dalla lama del coltello che il marito Lorenzo Simoni, 96 anni, ha impugnato martedì dopo pranzo nel tentativo di metter fine alla sua vita. Il dramma è accaduto nella loro casa di Massa Finalese.

AFFETTA da demenza senile e allettata, la donna non ha potuto difendersi, ha solo urlato. Quella lama insanguinata, poi, Simoni l’ha rivolta contro sé, ma l’intervento tempestivo di Sabina lo ha fatto desistere. Voleva andarsene da questa terra, si sentiva inutile e voleva portare con sé la moglie. Da tempo, durante il giorno, era solito ripetere: «Ma cosa ci faccio qui, le gambe non mi permettono più di andare in piazza, di fare la vita di prima, e la mia Maria…. guardate come si è ridotta». Nemmeno l’amore premuroso dei due figli, che s’alternavano quotidianamente per assistere e visitare i genitori, nonostante la presenza costante della badante, era riuscito a scacciare i pensieri negativi che nel corso degli ultimi tempi si erano impadroniti della sua mente. Il medico di famiglia era a conoscenza del forte stato depressivo di Simoni, ex sindacalista e politico (fu assessore e consigliere comunale) ma nessuno avrebbe mai immaginato un simile gesto. L’uomo, considerata l’età, non è stato arrestato, in quando con ogni probabilità sarà giudicato incapace di intendere e di volere. Attualmente si trova ricoverato nel reparto di Diagnosi e Cura del Ramazzini di Carpi, le sue condizioni fisiche sono definite discrete. «Non è mai stato violento, non so cosa sia successo, so soltanto che dal primo giorno che sono entrata in questa casa mi sono sentita una di famiglia», dichiara ancora la badante sulla porta della villetta di via Buozzi, teatro del dramma familiare. Sabina spera «con tutto il cuore» che entrambi i coniugi, non solo Maria, possano tornare di nuovo a casa, «perché questo è il luogo dove devono vivere gli ultimi anni della loro vita, attorniati dall’amore dei familiari e dal mio», sottolinea la signora, in Italia da undici anni, di cui tre alle dipendenze della famiglia Simoni. «Io non ho paura – aggiunge –so che Lorenzo non farebbe più male a nessuno».