Rapina Castelvetro, la famiglia Grampassi. "Fate di più per difenderci"

Lettera dei figli del patron Umberto dopo il fatto violento di domenica sera: "Siamo sotto choc"

I fratelli Enrico, Monica e Massimo Grampassi e i carabinieri davanti alla villa

I fratelli Enrico, Monica e Massimo Grampassi e i carabinieri davanti alla villa

Castelvetro (Modena), 14 marzo 2019 - Nella lettera scritta ieri da Enrico, Monica e Massimo Grampassi, figli del patron Umberto, ci sono un po’ tutti i risvolti del fattaccio di domencia sera (video). C’è lo choc emotivo subito da tutta la famiglia, la paura provata da chi era in casa, la voglia di superare questa brutta vicenda e un grande ‘grazie’ a chi è stato loro vicino negli ultimi giorni, comprese la forze dell’ordine. Ma tra le righe compare anche un appello all’intera cittadinanza perché «non abbassi la guardia, e in tema si sicurezza una critica «alle istituzioni e alla politica» che non passa inosservata.

«L’infausta avventura che ci ha colpito – spiegano nero su bianco i tre fratelli, dei quali solo Monica è stata vittima dei banditi in prima persona assieme al marito Giuseppe e ai loro due figli – è stata un momento terribile, che ha stravolto le nostre vite. Si è trattato di un vero e proprio incubo che difficilmente dimenticheremo. Nostro padre Umberto è stato colui che ha subito i colpi più duri, sia psicologicamente che fisicamente. A seguito degli accertamenti medici la prognosi è di 45 giorni. Anche la nostra adorata collaboratrice che vive, lavora con noi da oltre 10 anni e che ogni giorno accudisce nostra madre inferma, ha subito violente percosse, e a lei va il nostro più caloroso abbraccio».

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«Non vogliamo riportare alla memoria quei momenti di terribile violenza – continuano i Grampassi –, sono stati 15 minuti di terrore e agonia che potevano sfociare in una vera e propria tragedia, quindi ci riteniamo molto fortunati. Abbiamo seriamente temuto per la nostra vita. Tutto quello che ci auguriamo ora è di superare lo choc e la paura al più presto, anche se non sarà affatto facile. Attualmente sono in corso le indagini e quindi confidiamo che la giustizia faccia il suo corso, avendo piena fiducia nelle forze dell’ordine».

Monica, Massimo ed Enrico tengono poi «a ringraziare tutte le persone che in questi giorni attraverso un messaggio, una parola o una chiamata ci hanno dimostrato affetto, vicinanza e solidarietà. Tra i tanti abbiamo ricevuto la chiamata di un’amica collega imprenditrice che più di 20 anni fa subì un analogo episodio, e ciò che ci sconvolge è che a distanza di tanti anni nulla sia cambiato e che ancora possano succedere cose di questo tipo. Crediamo che le istituzioni e la politica debbano ancora fare molto per la difesa e la tutela di onesti e diligenti cittadini».

«Volendo fare tesoro della nostra terribile esperienza – concludono i tre fratelli imprenditori – invitiamo tutti a prestare sempre molta attenzione e a tenere la soglia di guardia alta, perché purtroppo questi delinquenti vivono in mezzo a noi, conoscono le nostre abitudini e sanno quando e come colpire. Rinnoviamo anche un sincero ringraziamento verso le forze dell’ordine per l’impegno che stanno dimostrando e verso tutta la comunità per l’affetto e la solidarietà che abbiamo ricevuto».