Rapina a Guiglia, picchiati e legati per 350 euro

Aggressione in una casa di Monteorsello, portati via i contanti

Rapina a Monteorsello di Guiglia

Rapina a Monteorsello di Guiglia

Modena, 14 febbraio 2019 - L’incubo della famiglia Uccellari è iniziato nella loro stalla, in un martedì sera come tanti altri. In un’ora andata e ritorno da un inferno nero come i passamontagna e gli indumenti dei due banditi che li hanno aggrediti uno alla volta, picchiati e legati senza la minima esitazione. Per un bottino, udite udite, di 350 euro.

Il fattaccio è avvenuto l’altro ieri a Monteorsello, località a metà strada tra Guiglia e Roccamalatina. Alle 21.30 Marco Uccellari, 65 anni, ha salutato le sue mucche e ha fatto per incamminarsi verso casa, duecento metri in là. Ma sulla soglia della stalla lo hanno assalito alle spalle, gettato a terra e immobilizzato.

Erano in due, non avevano armi in mano, e soprattutto volevano esser sicuri che il capofamiglia restasse lì: fermo, zitto e fuori combattimento. Lo hanno legato in tutti i modi: nastro adesivo intorno alle gambe, alle braccia e persino al volto. Poi delle fascette da elettricista ai polsi, e una corda attorno al busto e al bacino per assicurarlo al water nella toilette del suo piccolo ufficio.

I malviventi si sono diretti, poi, verso l’abitazione, dove in quel momento Barbara, la moglie di Marco, era da sola al piano di sopra. È andata incontro al marito quando i rumori dal basso le sono sembrati poco familiari, e si è ritrovata i due individui, ancora incappucciati, sulle scale. Hanno faticato parecchio per immobilizzarla e legare anche lei con nastro adesivo e fascette ai polsi: la donna ha lottato, ha cercato di ribellarsi, ma l’hanno sistemata a forza di schiaffi sul viso, ora segnato da lividi.

Pochi minuti ed è tornato a casa il figlio 25enne della coppia, Giovanni. I delinquenti hanno placcato anche lui, lo hanno colpito e ferito alla testa con un oggetto che ancora non è stato identificato, poi lo hanno fatto sdraiare su un letto, coi polsi sempre legati da fascette. E mentre uno dei banditi teneva d’occhio i due ostaggi, l’altro devastava la casa in cerca di soldi, racimolando da cassetti e portafogli i 350 euro in contanti. Giovanni, approfittando di un momento di distrazione da parte dei rapinatori, è anche riuscito a digitare sul suo telefonino il 113, ma è stato scoperto prima di riuscire a parlare con le forze dell’ordine.

Un’ora dopo, così come erano arrivati, i malviventi si sono volatilizzati, inghiottiti dal buio. Poi il giovane è riuscito a liberarsi, ha slegato la madre ed è corso alla stalla per aiutare il padre. I carabinieri sono arrivati sul posto poco dopo: saranno loro ad indagare sull’episodio. Le vittime per fortuna se la sono cavata con qualche ammaccatura. Ma il vero problema, lo sanno anche loro, non sono le botte ricevute.