Solignano, rapina al Simply con coltello alla gola. "Ero paralizzata dalla paura"

La titolare del piccolo market: "Erano due incappucciati, hanno svuotato la cassa poi ci hanno rinchiuso in bagno"

La bottega Simply, il market rapinato a Solignano

La bottega Simply, il market rapinato a Solignano

Solignano (Modena), 14 ottobre 2018 - «Certe immagini le vedi solo nei film. Mi sono messa a tremare, ho cercato di non piangere. Ma una volta che è finita, la paura ha lasciato posto alla rabbia per quel che avevamo subito. E al sollievo per non esserci fatti male». La titolare della ‘Bottega Simply’ di Solignano, che insieme al marito gestisce da anni questo piccolo market in via Piave, racconta così l’inizio e l’epilogo del quarto d’ora di terrore scandito pochi giorni fa dall’assalto al negozio di due banditi, incappucciati e armati di coltello. Mentre un malvivente teneva la lama sotto la gola della donna seduta in cassa, l’altro svuotava il cassetto dei contanti. Poi entrambi gli esercenti sono stati rinchiusi a chiave nel bagno, per almento dieci minuti. Fino a quando la porta della toilette non è venuta giù a forza di calci e spintoni.

L’episodio è avvenuto lunedì sera pochi minuti prima delle 19.30, quando nell’esercizio già ci si preparava alla chiusura: alla cassa la titolare, suo marito sul retro, impegnato a preparare la carne per il giorno dopo, e il market in quel momento vuoto. Un cliente abituale era appena uscito per andare a prelevare un po’ di contanti, perché doveva far spesa e il Pos quella sera non funzionava. «Tenevo gli occhi sul pc e davo le spalle all’ingresso – spiega la negoziante –, poi ho sentito dei passi, mi sono girata e davanti a me c’erano due omoni col passamontagna e i guanti blu usa e getta, come quelli che si usano nei macelli. Uno di loro con un coltello in bella vista mi è subito venuto incontro, me lo ha puntato tra il collo e lo sterno, poi ha detto: ‘Stai zitta e ferma se vuoi che nessuno ti faccia del male’. Sono rimasta immobile, ero paralizzata dalla paura e dentro di me pensavo a come avrei potuto avvisare mio marito, che era sul retro, senza mettermi a urlare. Intanto l’altro bandito di fianco a me aprva la cassa e prendeva l’incasso del pomeriggio, circa 700 euro».

«A quel punto – continua la titolare – ho detto loro che non ero sola, che nell’altra stanza c’era mio marito. Allora mi hanno preso per un braccio e mi hanno trascinata di là verso di lui, che non si era accorto di nulla. Mi tenevano ancora il coltello al petto e sulla soglia del magazzino hanno minacciato anche mio marito, dicendogli di stare calmo se voleva evitare problemi. Lui stava tagliando la carne, è un macellaio, e aveva un coltellaccio in mano in quel momento. Ha accennato a una reazione, ma verbalmente. Ha detto ai malviventi di non farmi del male e di stare attenti pure loro, perché anche lui aveva un coltello in mano e lo sapeva usare. Allora ci hanno detto di andare in bagno, dove ci hanno chiusi a chiave. Poi sono scappati a piedi senza prendere nient’altro. Poco dopo è tornato dal bancomat il nostro cliente, senza incrociarli. Ha trovato il negozio vuoto e non ha capito che i colpi sul retro erano calci alla porta del bagno. Quindi ci siamo liberati da soli e abbiamo chiamato i carabinieri». Che ora stanno indagando anche in base alla descrizione fornita dalle vittime. Ai due negozianti è parso di riconoscere un’inflessione dell’Est Europa nelle poche parole pronunciate dai delinquenti, comunque caucasici. Ma sull’autenticità dell’accento non si possono avere certezze: le simulazioni in questo senso non mancano.