Rapine a baristi e tabaccai: coppia indagata

I carabinieri smascherano gli autori dei quattro assalti a mano armata tra Concordia e San Possidonio. La ragazza faceva il ’palo’

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CONCORDIA e

SAN POSSIDONIO

Individuati dai carabinieri il rapinatore e la complice che tra gennaio e aprile avrebbero commesso quattro assalti a mano armata ai danni di tre bar e una tabaccheria. I due malviventi, A.P. 27enne residente a Quistello in provincia di Mantova e la 26enne J.M. residente a Mirandola, sono ritenuti i responsabili dei colpi messi in atto in successione. Il primo il 29 gennaio nella tabaccheria in via Martiri a Fossa di Concordia, quando – secondo le indagini – A.P. con il volto travisato da sciarpa che copriva naso e bocca, il cappuccio del giubbino calzato sulla testa, si introduceva all’interno della rivendita puntando la pistola alla titolare e, dicendo "è una rapina dammi i soldi", si faceva consegnare l’incasso della giornata. Il ruolo della 26enne mirandolese è sempre stato quello del "palo", di vedetta all’esterno delle attività prese di mira. Con analoghe modalità, domenica 6 febbraio tra le 19,30 e le 20, la coppia metteva in atto una duplice rapina: la prima, sventata, a Concordia ai danni del bar tabaccheria di Renzo Trevisani (nella foto), che senza esitare e con coraggio ha affrontato il malvivente a mani nude mettendo il giovane rapinatore in fuga dopo che questi, con il calcio della pistola, l’aveva colpito ferendolo alla testa. Meno di mezz’ora dopo, con analoghi intenti, il rapinatore spalleggiato dalla fidata sentinella, s’è presentato all’"Happy bar" in via Castello a San Possidonio. Sempre secondo le indagini, A.P. minacciando con la pistola la titolare si faceva consegnare l’intero contenuto del registratore di cassa dileguandosi. Anche l’ultima rapina con pistola alla mano, messa in atto al Bar 2000 in via Carducci a Concordia la sera di martedì 12 aprile, è terminata con un pugno di mosche. Imitando Renzo Trevisani, il barista e titolare ha reagito obbligando il malvivente alla fuga a mani vuote.

Tutti e quattro gli episodi, compreso lo scontro tra Renzo Trevisani e il rapinatore, sono stati immortalati dalle telecamere presenti all’interno dei locali. Renzo esterna la sua soddisfazione per l’operato dei carabinieri e, presto, si troverà faccia a faccia con il suo aggressore affrontato e messo in fuga. "Tutta questa storia – ricorda commosso Renzo – mi riporta a quella analoga del 1991 patita da mia mamma Lina Zaccarelli, deceduta nel 2020. Alle 21 si presentarono nel bar, deserto in quel momento, due malviventi armati di coltello gridando: ’Dacci i soldi altrimenti ti ammazziamo’. La mamma d’istinto – rammenta il barista – gli gettò contro il caffelatte bollente nel bricco che stava scaldando. I due se la diedero a gambe ".

Il Resto del Carlino di allora titolò la notizia: "Mette in fuga due banditi lanciando caffè bollente".

Flavio Viani