Modena, rapine in disco con lo spray. Contatti con la banda di Corinaldo

Due giovani in cella. Indino, capo del sindacato dei locali da ballo: "Sulla sicurezza noi abbiamo le armi spuntate"

Ugo Di Puorto, condannato a 12 anni e mezzo, in secondo grado, per la strage di Corinaldo

Ugo Di Puorto, condannato a 12 anni e mezzo, in secondo grado, per la strage di Corinaldo

Modena, 24 marzo 2022 - Hanno spruzzato lo spray al peperoncino durante un concerto per poi creare il panico tra la folla e rapinare le vittime. Avevano contatti con la banda di Corinaldo – i sei giovani del modenese condannati per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra – i due amici arrestati dalla squadra mobile di Modena. La coppia, un albanese ed un filippino residenti nella bassa modenese sono accusati di aver generato il caos sabato notte nel circolo ‘Notte Tempio’, spruzzando lo spray urticante durante un concerto per poi rapinare almeno sei ragazzi tra le centinaia presenti nella discoteca. I due sono i carcere.

Dagli accertamenti della polizia è emerso come gli indagati, 23 e 24 anni avessero avuto contatti con la banda dello spray: molti erano infatti residenti nella bassa, a San Prospero al pari del giovane albanese arrestato domenica. Non vi è traccia di un loro eventuale coinvolgimento nella strage. I due, però, entrambi lavoratori, furono arrestati dopo un’altra rapina con spray in un locale di Bologna nel 2018, il Giostrà. Patteggiarono con pena sospesa. Ieri il dirigente della squadra mobile di Modena, Mario Paternoster ha spiegato come nella discoteca, all’arrivo delle pattuglie, la situazione fosse complessa con numerose persone che si riversavano all’esterno del locale dopo aver inalato lo spray al peperoncino e la calca all’interno. "L’albanese è stato arrestato in flagranza dopo essere stato indicato da alcuni giovani – afferma Paternoster – il complice, invece, è stato raggiungo nell’abitazione della compagna, a Mirandola". Valentina Reggiani

Intervista a Gianni Indino, capo del sindacato dei locali da ballo

Discoteche e sicurezza. Tema caldo, da sempre. "Partiamo dal presupposto che noi abbiamo le armi spuntate", mette in chiaro Gianni Indino, presidente regionale del Silb, il sindacato dei locali da ballo.

Perché sostiene che i gestori delle discoteche abbiano le armi spuntate? "È così e per questo ci troviamo in una situazione di difficoltà. Possiamo e dobbiamo riservare grande attenzione ai clienti, alle persone che entrano o vogliono entrare nei locali. Magari succede che gli addetti alla sicurezza individuino chi potrebbe generare problemi, ma non basta a vietare l’ingresso. Massima attenzione e collaborazione con le forze dell’ordine, di più non ci è consentito fare".

E allora com’è possibile, come è accaduto anche di recente, che qualcuno riesca a entrare con lo spray urticante? "Bisogna fare i controlli, è evidente. Al di là del caso specifico, dico che negli ultimi anni una certa forma di disagio giovanile si è diffusa, ancor più a causa della pandemia. Il problema è prima di tutto educativo, non c’entrano le discoteche".

Insomma, scagiona il pubblico dei locali da ballo? "La questione è ben più complessa. E servirebbero pene più severe per certi comportamenti. Se una persona commette un reato e se la cava con un buffetto non ne usciremo mai".

Di recente è stata aumentata la pena ai modenesi della banda dello spray, quella che entrò in azione la sera della strage di Corinaldo. "Mi sembra un segnale che va nella direzione auspicata".

Poniamo che un addetto alla sicurezza di una discoteca becchi qualcuno con dello spray urticante all’ingresso. Cosa deve fare? "Segnalare subito alle forze dell’ordine. E sequestrare tutto ciò che evidentemente non ha nulla a che fare con il divertimento, ma che rischia di creare pericoli".

La collaborazione con le forze dell’ordine a cui si riferisce viene a mancare in alcuni casi? "Da parte nostra c’è la massima disponibilità, il confronto con le autorità e la collaborazione sono fondamentali. Ma il problema è anche un altro: l’abusivismo".

Cioè? "Le discoteche sono rimaste chiuse per gran parte degli ultimi due anni, tanto che in Emilia Romagna hanno cessato l’attività il 10% dei locali, tra i 40 e i 45. Questo ha fatto sì che proliferassero gli abusivi, una piaga del nostro settore. Locali che di fatto hanno scimmiottato le discoteche, senza averne le caratteristiche e senza le misure di sicurezza adeguate. Anche questa è una questione da non sottovalutare".

Finora è stato così? "Non vedo provvedimenti davvero incisivi. Più abusivismo vuol dire anche meno sicurezza, è bene ricordarlo".

Quando tornerà al 100% la capienza delle discoteche? "Spero presto. È una nostra battaglia. La capienza ridotta crea difficoltà oggettive a chi deve fare impresa. Serve più coraggio".

Giuseppe Catapano