"Redditi in calo, quest’anno il vero peggioramento"

La pandemia pesa soprattutto sui lavoratori autonomi e i dipendenti privati. Papaleo (Cisl): "Nel 2022 si aggiungeranno inflazione e rincari energetici"

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di Paolo Tomassone

Pochi (o pochissimi) ricchi. Poi molti altri che non sono né ricchi né poveri, ma che "stanno bene". Ancora più giù si incontra una moltitudine di persone che vive con poco, talvolta con molto poco. E proprio qui, alla base della piramide, il gruppo rischia di ingrossarsi sempre di più. Almeno a giudicare i bilanci delle famiglie dichiarati nell’anno in cui la pandemia da Covid ha stretto più la morsa. Tutti i principali redditi medi accusano flessioni più o meno marcate: quelli da lavoro autonomo arrivano a sfiorare il -9% (è la media registrata a livello nazionale), mentre più contenuto è il calo per i redditi da lavoro dipendente (in Italia lo scorso anno ha toccato quota -1,6%); fa eccezione il reddito medio da pensione, in aumento del 2%. A Modena la tendenza è più o meno in linea con i dati nazionali: nel 2019 il reddito dei dipendenti modenesi era di circa 23.400 euro, nel 2020 ha segnato una flessione dello 0,92%. In Emilia-Romagna, dove in media il reddito è calato di 332 euro, solo Rimini ha subito una riduzione maggiore di Modena (-1,31%). I dati si riferiscono ai redditi medi denunciati dai contribuenti ai fini Irpef, dai quali risulta peraltro che i lavoratori autonomi hanno perso circa 5mila euro a testa, mentre i pensionati hanno registrato anche nella nostra provincia una crescita del reddito disponibile. "Non ci sorprende che i continui stop imposti due anni fa dalle restrizioni legate al Covid abbiano colpito soprattutto autonomi e dipendenti privati – commenta la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale, Rosamaria Papaleo –. I cedolini di dipendenti pubblici e pensionati, invece, non hanno subito contraccolpi. Purtroppo il vero peggioramento si verificherà quest’anno, perché il ritorno dell’inflazione, unito ai rincari energetici e dei carburanti, sta impattando pesantemente sui redditi dei modenesi, lavoratori pubblici e pensionati compresi". Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha indicato alle parti sociali l’obiettivo di un patto sociale. "È una strada auspicata da tempo dalla Cisl per generare e redistribuire la crescita – ricorda Papaleo –, tenendo insieme sviluppo, produttività e incremento dei redditi. Draghi non ha chiesto di moderare i salari, lo avesse fatto saremmo stati i primi a dire no". La questione salariale, secondo la sindacalista Cisl non è solo un problema sociale rilevante: "è un nodo cruciale macroeconomico. La sfida è rilanciare da subito le retribuzioni reali senza automatismi che innescherebbero una rincorsa con i prezzi o salari minimi legali che porterebbero fuori dalle tutele molti lavoratori. Serve una politica dei redditi e una sempre più capillare contrattazione aziendale e territoriale".