GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Reggianini tira dritto: "Nessun coinvolgimento. Non intendo dimettermi. A breve la segreteria Pd"

Il segretario prova a uscire dall’angolo e rilancia con decisione la sua azione "Ne discuteremo in Direzione. Ho chiesto io il riserbo a Mezzetti e Braglia . Ero nel posto e nel momento sbagliato, ma è stata l’agenzia stessa a denunciare"

Il segretario del Pd e amministratore unico di aMo Stefano Reggianini

Il segretario del Pd e amministratore unico di aMo Stefano Reggianini

Modena, 6 luglio 2025 – Reggianini non lascia, anzi raddoppia. Dopo lo scandalo aMo il segretario provinciale del Partito democratico rompe gli indugi e annuncia che non si dimette. Rilancia con ostentata determinazione la sua azione spiegando che in settimana formerà la segreteria.

Reggianini, la vicenda immaginiamo la stia mettendo a dura prova, prima di tutto a livello personale. Come sta?

"Sotto il profilo umano sono certamente amareggiato, mentre le speculazioni politiche lasciano il tempo che trovano, e le considero parte dell’inevitabile ’teatrino’ che si è generato intorno a questa vicenda".

Lo chiama ’teatrino’, ma anche nel suo partito la riflessione è che possa essere inopportuno rimanere segretario politico dopo quello che è successo in aMo con lei amministratore unico.

"Le provocazioni degli esponenti della destra credo siano parte della disputa politica. Mentre a oggi nessuna iscritta, iscritto o dirigente del nostro Partito mi ha chiesto di fare un passo indietro. Quindi se qualcuno nel Partito democratico ha avanzato questa riflessione non l’ha condivisa con il sottoscritto".

Non sta pensando alle dimissioni o ad auto sospensioni quindi?

"No, anche perché la prossima settimana licenzierò la Segreteria provinciale, assegnando ruoli, funzioni e obiettivi a coloro che ne faranno parte, per lavorare, di concerto con i circoli territoriali, i coordinamenti di zona e le amministrazioni del centrosinistra, ad obiettivi e strategie per i prossimi anni".

Ma è possibile separare così lo scandalo aMo di cui lei era amministratore unico dal suo destino politico?

"È stata proprio aMo a denunciare i sospetti, e proprio a seguito di una verifica interna nel corso della quale si è registrata un’anomalia che ha generato la successiva indagine, il frutto della quale ammonta a un dossier di 300 pagine ora depositato in Procura. Siamo stati conseguenti, non appena scoperto quanto accaduto".

Non crede che non affrontando il caso aMo faccia a faccia con il suo partito possa risultare indebolito come segretario? "Convocherò entro luglio una direzione provinciale per formalizzare un accordo con il Pd nazionale sul tema delle risorse, e in quella unica sede potremmo discutere della vicenda Amo, ascoltando chi oggi parla invece con i giornali. Nel frattempo, stiamo lavorando per la Festa de l’Unità 2025 nella nuova location, quella accanto al Pala Panini, che confidiamo possa riscuotere il gradimento della comunità politica progressista di tutta la provincia e non solo".

Il Partito democratico vuole capire il suo grado di coinvolgimento. Quanto si sente di poterlo rassicurare? "Totalmente. A parte il fatto di essermi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, non ho alcun coinvolgimento nella specifica questione".

Se avesse denunciato lei lo scandalo, prima dell’uscita sui giornali, avrebbe avuto vita meno difficile magari dal punto di vista politico.

"La denuncia, molto circostanziata, riguarda gli ultimi sei bilanci dell’Agenzia, per un volume d’affari totale di circa 240 milioni di euro. Come credo sia evidente, analizzare accuratamente una tale mole di risorse richiede tempo. Ma nonostante questo si è proceduto il più rapidamente possibile. Stessa considerazione per la predisposizione del bilancio 2024 che, a seguito delle verifiche, è stato predisposto una seconda volta, recependo in ’rettifica sostanziale’ i bilanci dal 2019 a oggi, per essere sottoposto all’approvazione dei soci nell’assemblea dello scorso 30 giugno. Credo avessimo il dovere di garantire la continuità di esercizio delle funzioni dell’Agenzia, che per conto degli enti locali modenesi programma il trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano su gomma che, per ovvie ragioni, non può e non poteva essere interrotto nella sua programmazione.

Al suo posto in aMo subentra Andrea Bosi, che dovrà giudicare anche il suo operato. Ma Bosi è dello stesso partito di cui lei è il capo.

"Il nuovo amministratore unico avrà modo di fare tutte le verifiche su quanto accaduto, così come le scelte sull’organizzazione dell’Agenzia per evitare che, in futuro, simili comportamenti abbiano a ripetersi".

Quali messaggi le arrivano dai suoi colleghi di partito?

"Di solidarietà e vicinanza, nonché di preoccupazione per il pretestuoso e strumentale tentativo di coinvolgimento del Pd in questa vicenda".

Con il sindaco Massimo Mezzetti cosa vi siete detti?

"Con il sindaco di Modena, così come con il presidente della Provincia, ho avuto un rapporto di chiarezza, onestà e trasparenza chiedendo loro riservatezza sulla vicenda per poter completare la denuncia poi presentata. E ho voluto esprimere a entrambi il mio rammarico per quanto accaduto".

Cosa le ha insegnato questa storia?

"Che i ruoli pubblici come base necessitano non solo del proprio impegno, spirito di servizio e onestà, ma anche delle persone con le quali lavori. E, se possibile, ad amare ancora di più la mia famiglia. Tengo però molto a sottolineare la grande professionalità e correttezza dei dipendenti dell’Agenzia e dei professionisti che con essa collaborano per il raggiungimento degli obiettivi".