Regione, la Ghirlandina orfana di assessori

Bonaccini ha scelto la sua squadra: resta fuori la Costi e anche Boschini, nonostante le 5mila preferenze, saluta il consiglio regionale

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di Davide Miserendino

Certo, il presidente è modenese. E lo è anche il sottosegretario alla presidenza, il solierese Davide Baruffi. Ma ci basta? Ovviamente no, perché quando si gioca una partita in Regione un po’ di sano campanilismo è d’obbligo. E allora, facendo due conti, si può dire che nella giunta nominata ieri da Stefano Bonaccini il giallo e il blu del nostro stendardo siano un po’ sbiaditi.

Ma andiamo con ordine. Ieri il presidente della Regione ha reso pubblica la sua squadra: dieci assessori, otto nuovi. Come anticipato, tra i suddetti assessori non ci sono modenesi: Palma Costi, storica regina delle preferenze sul territorio, che negli ultimi cinque anni si è occupata di attività produttive e soprattutto ricostruzione (è di Camposanto), è rimasta fuori. L’importante delega ‘al terremoto’ la tiene saldamente in mano Bonaccini stesso: un modo per ribadirne la centralità. La Costi a questo punto si avvia a ricoprire un ruolo di primo piano in Assemblea ed è probabile che venga coinvolta in un ambizioso progetto per l’area ‘Cispadana’. Non facciamo riferimento alla famigerata strada, ma a una sorta di ‘focus group’ che il centrosinistra potrebbe attivare per provare a recuperare un po’ di consenso in una zona che sta diventando sempre più ‘verde’ (verde Lega).

L’esclusione dalla giunta di Palma Costi tarpa le ali anche a un altro modenese, l’ormai ex consigliere regionale Giuseppe Boschini, già vicesindaco di Modena. Boschini sarebbe entrato al posto della Costi nel caso in cui Bonaccini l’avesse scelta. Così non è andata e, nonostante le tantissime preferenze, il modenese si ritrova senza ‘seggiola’. Lui, su Facebook, nel fare gli auguri alla giunta non manca di farlo notare: «Sono stato – ride amaro – il candidato non eletto che ha messo insieme più preferenze in tutta la Regione, ben 5237». Un’esclusione tutt’altro che indolore, soprattutto alla luce del fatto che il quarto posto che solitamente scattava per i candidati ‘dem’ è andato, questa volta, alla lista del presidente, forte del suo ottimo risultato. A beneficiarne è stata la richettiana Giulia Pigoni, esponente sassolese di Azione, alla quale sono bastate 1970 preferenze per ‘volare’ a Bologna (in ogni caso un ottimo risultato personale).

L’altro assessore modenese non confermato è Massimo Mezzetti, titolare della cultura. Al suo posto Bonaccini ha scelto Mauro Felicori, e qui la sottrazione è doppia. In che senso? Felicori, ex direttore della Reggia di Caserta, è bolognese, e oggi è al timone del maxi polo culturale modenese ‘Ago-Fabbriche culturali’. Tra le due cariche c’è un’evidente incompatibilità, quindi adesso la città dovrà trovare un degno sostituto alla guida di uno dei suoi progetti strategici. Non sarà facile.

Due considerazioni ‘controluce’ per chiudere in positivo. La prima riguarda Felicori: non sarà più alla guida di Ago, ma la Regione è un partner fondamentale in questo progetto. Quindi ci si può aspettare un sostegno forte e convinto. La seconda riguarda Bonaccini e Baruffi. Il primo cinque anni fa era ‘solo’ il presidente della Regione, oggi è un leader nazionale del Pd, uomo forte a sinistra. Nonostante la sua proverbiale dedizione al lavoro, avrà un po’ meno tempo di prima per la Regione. E il suo sottosegretario, il modenese, Baruffi, sarà un preziosissimo ‘ghost writer’.