Reintegro medici no vax, avanti con le firme

Fiumalbo, il comitato: "La petizione prosegue nonostante non abbia avuto finora riscontri positivi. Nell’Alto Frignano situazione grave"

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Nonostante la petizione presentata all’azienda Usl per il reintegro immediato in servizio dei medici di base sospesi in periodo pandemico non abbia avuto riscontri positivi, i promotori hanno deciso di continuare la raccolta firme e comunque sperano nella decisione del Ministero della Salute di anticipare questo reintegro. I 580 firmatari di Fiumalbo, Pievepelago e Riolunato avevano segnalato grazie allo Studio legale Benedetti-Pini di Pavullo "la drammatica situazione in cui versano i territori montani dell’alto Frignano in quanto, dei quattro medici di base che esistevano (ed erano già pochi) fino al 2018, sono oggi rimasti in due dopo che venne a mancare il dottor Simone Bernardi e che in seguito venne sospeso uno dei medici di famiglia non aderente alle norme Covid". I promotori fanno votare che "il medico di famiglia non dovrebbe assistere più di 1500 pazienti (che deve essere inferiore se il territorio è particolarmente vasto e con popolazione sparsa come nella nostra zona). Ora: gli abitanti dei tre paesi in oggetto sono circa 4.500 e, quindi, i Firmatari si chiedono (con tutto il rispetto e la massima stima verso i due dottori rimasti) come è possibile che due soli medici riescano a seguire migliaia di pazienti soprattutto nel periodo invernale di forti ondate di virus? Come possono decidere chi andare a visitare a casa individuando le persone realmente in difficoltà creando così priorità di intervento per diagnosi e cure? La risposta è che non riescono".

Una situazione che si aggrava nella zona montana, come evidenziano i firmatari: "Non tutte le persone hanno familiari in grado di vigilarli e supportarli. Ci sono tanti anziani che vivono da soli, riuscendo a malapena a chiamare il medico, ma se il dottore non è in condizioni nemmeno di parlare con loro e tantomeno di andare a visitarli, le conseguenze possono essere drammatiche". "Ciò premesso, i firmatari chiedono quale è il motivo per cui, sino ad ora, con la dichiarata necessità nazionale di rafforzare il sistema sanitario e, soprattutto, il servizio di assistenza territoriale (anche al fine di non intasare gli ospedali per la cura di patologie gestibili a domicilio) non si è provveduto a rafforzare il territorio con l’aggiunta di medici di base, rispetto ai quattro dell’organico I del 2018". I firmatari infine evidenziavano che la presenza della Guardia Medica non può certamente sostituire un Medico di Medicina Generale e, peraltro, nemmeno il servizio Usca può essere più di tanto utile sia perché proviene dalla lontana Pavullo, sia perché rappresenta servizio totalmente insufficiente a coprire tutta la zona della montagna.

g.p.