REDAZIONE MODENA

Reparti, stress alle stelle: “Pretese e tanta tensione, è un campo di guerra”

Aggressioni ai sanitari, presidio organizzato dalla Cisl Fp davanti all’ospedale di Baggiovara. Le testimonianze: “Volti tumefatti. E una volta mi hanno lanciato sulla barella”

Presidio organizzato dalla Cisl Fp davanti all’ospedale di Baggiovara

Presidio organizzato dalla Cisl Fp davanti all’ospedale di Baggiovara

Modena, 13 marzo 2025 – “In quale clima lavoriamo? Di paura, tensione. Noi continuiamo a fare il nostro lavoro, il nostro dovere con dedizione ma la speranza è sempre quella di trovarsi dinanzi pazienti o familiari pronti ad ascoltare e non ad aggredire. Dal Covid in poi la situazione è degenerata”. Sono stanchi, esausti gli operatori sanitari sempre più vittime di aggressioni da parte di coloro che si presentano nei nosocomi per sottoporsi alle cure. ’Prendiamoci cura di chi cura’, è lo slogan di questo 12 marzo 2025, giornata contro la violenza sugli operatori sanitari nell’ambito della quale, ieri, è stato organizzato dalla Cisl un presidio davanti all’ingresso dell’Ospedale di Baggiovara. Presente anche l’infermiere Maurizio Alaimo che, lo scorso ottobre nel reparto di cardiologia di Baggiovara era stato violentemente picchiato dai parenti di una paziente ricoverata. Tutto era nato da un diverbio futile: la paziente non voleva che un tirocinante le eseguisse il prelievo del sangue.

“Siamo perennemente in allerta – ha sottolineato Alaimo – questa situazione fa stare male perché non riusciamo a svolgere il nostro lavoro come vorremmo. Tutti abbiamo bisogno di più sicurezza: negli ospedali c’è troppa aggressività, troppe tensioni, troppe pretese”. Alaimo era stato aggredito da tre parenti della donna e, in suo aiuto, era intervenuto un collega, Vincenzo. Ancora oggi il personale presente quel giorno si dice choccato da quanto accaduto.

“Non sono stata vittima diretta ma indiretta e ricordo bene l’aria che si avvertiva: sembrava un campo di guerra e non un reparto dove la gente va per curarsi e noi per aiutare i pazienti - sottolinea Daniele Conte, infermiere di cardiologia. Uno dei miei colleghi era stato aggredito brutalmente; arrivando in reparto lo trovai con il volto tumefatto e tutti i miei colleghi erano choccati. Queste persone, dopo l’aggressione si sono ripresentate come se nulla fosse accaduto e questo ci ha feriti ancora di più. Le tensioni sono frequenti – continua Conte – e sia da parte di pazienti che di parenti le aggressioni verbali sono all’ordine del giorno. Ho denunciato con la piattaforma dedicata segnal-ER un’aggressione verbale ma ci umiliano di continuo mentre noi facciamo il nostro lavoro. Per noi la percezione della sicurezza rasenta lo zero”.

Alfonso Bracigliano, dirigente Cisl Fp Emilia Centrale rappresenta come: “Abbiamo scritto alle direzioni e alla conferenza socio sanitaria facendo presente come vi siano interventi che possono essere effettuati immediatamente: istituzione dei posti di polizia h24 nei principali luoghi dove ci sono i pronto soccorso e i centri di salute mentale, fornire di braccialetti elettronici e body cam gli operatori in prima linea, aumentando anche i sistemi di videosorveglianza. La legge Nordio – sottolinea – ricordiamo che prevede come gli aggressori possano essere ‘colpiti’ anche in differita. Inoltre l’azienda deve sempre costituirsi parte civile e sostenere le spese legali”.

Proprio i pronto soccorso sono i luoghi in cui si verificano più episodi di violenza, come spiegano l’infermiere Michele Ruffo e l’oss Raffaele Riggio: “Nel nostro ps capita qualunque cosa: in questo ospedale c’è l’unica servizio di diagnosi e cura della provincia. Oltre a pazienti psichiatrici arrivano poi ubriachi, anziani aggressivi a causa di delirium e parenti che pretendono servizi in base alle loro tempistiche. Le aggressioni sono principalmente verbali con minacce ma anche fisiche – spiegano i sanitari, sottolineando di aver subito a loro volta episodi di violenza. Spesso i pazienti ubriachi – ha spiegato Riggio – alzano le mani e a me è accaduto di essere lanciato sopra ad una barella”. Presente ieri anche Roberto Butelli, segretario generale Siulp: “Occorre cambiare le norme perché quelle che abbiamo non sono efficaci: le violenze sono aumentate ed è palese che occorre fare qualcosa. I posti di polizia vanno poi rinforzati perché vanno tenute in considerazione le esigenze degli operatori ma anche dei cittadini che vogliono vivere ambienti sereni negli ospedali”.