"Resto qui anche se bombardano la città"

Antonio Pinna, 75 anni, da tempo si è trasferito in un paese vicino a Leopoli: "In Italia non riuscirei a vivere con la pensione"

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"Non ho paura, io rimango qui anche se bombardano la mia città". E’ impegnato a lavorare il terreno davanti alla casetta che si è costruito da solo in campagna Antonio Pinna, 75 anni, ex muratore di origine sarde, giunto a Fiorano quando aveva 20 anni. Dal 2014 è andato a vivere con sua moglie in Ucraina, a Dobrohostiv, nell’ovest, a una novantina di chilometri da Leopoli e a 150 dal confine polacco: "Abbiamo deciso di trasferirci perché con 500 euro di pensione in Italia non si riesce a vivere. Qui è tutto più a misura, le bollette luce, acqua e gas: pago 80 euro al mese in tutto". Almeno fino ad ora.

"Da qualche mese mia moglie è tornata in Italia e lavora come badante a Castelfranco. Io invece sono voluto rimanere qui, mi chiama due tre volte al giorno e mi dice di tornare, ma io sto bene dove sto, con il mio cane Ermina, in Italia si farebbe fatica a vivere con i soldi che abbiamo". Antonio per ora non teme i carrarmati e i caccia russi. "Hanno preso di mira la zona di Leopoli perché lì a Javorov c’era la base militare e arrivano i rifornimenti di armi da ovest. Poi c’è una strada, la E40 che arriva fino al Donbass, tagliandola i russi vogliono impedire le comunicazioni dei soldati ucraini con gli alleati. E’ molto rischioso perché hanno colpito a 20 chilometri dal confine polacco, territorio della Nato. Ma non credo che arriveranno anche qui, io comunque sono pronto, non ho paura di morire". Dobrohostiv è piccola, ma il territorio è esteso, gli abitanti sono grossomodo tremila, le case sono sparse e distanti tra loro una settantina di metri l’una dall’altra.

"La paura c’è, in giro la percepisco. So per esempio di un marito che è scappato perché non vuole combattere e adesso la moglie e la figlia sono rimasti soli". Antonio fa regolarmente la spesa, ieri ha comprato i funghi porcini al mercato, lo zucchero, solo gli alcolici non ci sono. "Dalle 22 alle sette del mattino scatta il coprifuoco, ma io tanto vado a dormire alle 20…". Ogni tanto viene a trovarlo la figlia della moglie e il marito: "Cucino rigorosamente italiano, loro sanno che se vengono da me io preparo i maccheroni. La lingua? Non conosco l’ucraino, ma qui ci sono molti che l’italiano lo parlano". Sulla guerra condivide la chiamata alla resistenza del presidente Zelensky: "Putin è un delinquente, ha detto bene il presidente: ‘Dovete ammazzarci tutti per batterci’. Io ho detto agli altri che sarei disposto a combattere, anche se ho 75 anni e non me lo permettono, si sono messi a ridere, ma io sono pronto a imbracciare il mitra contro quei criminali".

Gianpaolo Annese