JACOPO GOZZI
Cronaca

Rettorato, confronto a 4: "Più case per i fuorisede e snellire la viabilità"

Ateneo, i candidati hanno illustrato visioni e proposte alla Fondazione S.Filippo Neri "Mettere al centro il benessere di studenti e personale: apriamoci alla città".

Giovanna Galli. , Alessandro Capra, Rita Cucchiara e Tommaso Fabbri

Giovanna Galli. , Alessandro Capra, Rita Cucchiara e Tommaso Fabbri

È stato un confronto ricco di visioni e proposte quello che si è svolto ieri pomeriggio nella Sala Manifattura della Fondazione San Filippo Neri, dove i quattro candidati al rettorato di Unimore – Alessandro Capra, Rita Cucchiara, Tommaso Fabbri e Giovanna Galli – hanno incontrato i rappresentanti degli istituti culturali modenesi. Un’occasione per presentare i propri programmi e raccogliere esigenze, spunti, criticità e prospettive di collaborazione.

Nel complesso, dagli interventi dei candidati è emerso che Modena e Reggio Emilia sono realtà ricche di prospettiva, ma ancora lontane dal valorizzare pienamente il rapporto con l’Università.

"Modena e Reggio Emilia – ha rimarcato Capra, professore di Geomatica del Dipartimento di Ingegneria ‘Enzo Ferrari’ – non sono ancora vere città universitarie. Perché lo diventino, le istituzioni devono rendersi conto del valore che un ateneo può generare, non solo sul piano culturale, ma anche economico, sociale e politico. In quest’ottica, è fondamentale garantire alloggi accessibili e servizi realmente funzionali. A tal proposito, il quadro è desolante: a fronte delle difficoltà sistematiche degli studenti nel trovare appartamenti, a Modena ci sono 4.000 alloggi sfitti, 2.500 a Reggio; ci sono mense che costano 7 euro a pasto e mancano spazi studio aperti 24 ore su 24. Quando ho incontrato il sindaco Mezzetti, mi ha detto che sarebbe felice di vedere il centro pieno di universitari. Ma se dopo le 20.30 non ci sono più mezzi pubblici, come si può pensare che gli studenti vivano la città?".

Cucchiara, professoressa di Sistemi di elaborazione delle informazioni presso il Dipartimento di Ingegneria ‘Enzo Ferrari’, ha posto al centro del suo intervento la valorizzazione del territorio, il benessere diffuso e il ruolo attivo dell’università nella società. "Per me – ha spiegato la docente – la parola chiave è benessere: degli studenti, del personale e, soprattutto, della società. Oltre all’emergenza abitativa, uno dei temi più urgenti riguarda la mobilità sostenibile. Al momento, vista la mancanza di aule, nello stesso giorno, gli studenti si recano al Raffaello e poi devono raggiungere Medicina o Ingegneria, dall’altra parte della città: rispetto a necessità di questo tipo, è indispensabile un confronto con la città per costruire insieme un sistema di mobilità più funzionale".

Fabbri, professore di Organizzazione aziendale del Dipartimento di Economia ‘Marco Biagi’, ha ribadito l’importanza di sostenere collaborazioni tra università, istituzioni culturali e attori pubblici e privati. Inoltre, ha sottolineato la necessità di affrontare l’emergenza culturale legata allo sviluppo tecnologico non accompagnato da un’adeguata riflessione critica. Venendo al tema della città universitaria, Fabbri ha parlato dell’inclusione degli studenti da un punto di vista sociale e decisionale.

"Per realizzare una città universitaria – ha sottolineato Fabbri – è indispensabile tenere conto del punto di vista degli studenti nella definizione delle scelte urbane. Bisogna portare le loro esigenze ai tavoli dove si prendono decisioni rispetto a trasporti, alloggi, servizi e mense".

Giovanna Galli, professoressa di Economia e gestione delle imprese del Dipartimento di Comunicazione ed Economia ha concluso la carrellata evidenziando come accoglienza e flessibilità favoriscano l’integrazione e la partecipazione alla vita universitaria, valorizzando la diversità come risorsa per la crescita della città e dell’Ateneo.

"Ai temi già noti – le parole della docente – mi sembra indispensabile aggiungere quello della flessibilità. Diversi studenti hanno manifestato la necessità di rendere più agevole non solo l’arrivo, ma anche l’uscita dalle città universitarie. Molti non possono sperimentare soluzioni nuove a causa della rigidità nei tempi di uscita dagli alloggi. Mai come oggi è indispensabile essere flessibili per generare affluenza, passaggi, scambi".