"Revocate la sospensione dei nostri parroci"

San Benedetto, fuori dalla chiesa la protesta di un gruppo di fedeli: "Non abbiamo capito cosa sia successo". Catene ai cancelli

Migration

di Sofia Silingardi

Nel corso della prima domenica dopo l’allontanamento dei due sacerdoti, anche su San Benedetto è calato l’autunno, grigio e malinconico come gli umori che si percepivano in parrocchia. La giornata è iniziata con un ostacolo imprevisto. Nella primissima mattinata, i fedeli hanno trovato la chiesa chiusa da due catene, messe nella notte da ignoti, ed è stato necessario l’intervento di un fabbro per poter entrare dal cancello d’ingresso.

"Speriamo che questo non si ripeta – ha dichiarato Monsignor Giuliano Gazzetti alla fine della messa – Noi non abbiamo mai voluto chiudere la chiesa. Poter entrare è un diritto di tutti i fedeli, nessuno deve prendersi il potere di vietare ai credenti di frequentare la chiesa. La libertà religiosa è un diritto fondamentale dell’uomo e che viene da Dio". Una messa, quella delle 11, celebrata in una chiesa quasi vuota, di fronte a una trentina di persone. "Ci avviamo verso un’organizzazione della parrocchia, ma richiederà i suoi tempi, – ha aggiunto Gazzetti – contiamo di riprendere le attività il prima possibile".

Nel mentre, fuori dalla struttura era in corso una "protesta pacifica", come definita da una decina di parrocchiani che hanno deciso di non partecipare alla messa "in segno di solidarietà verso i nostri sacerdoti". "Siamo qui per protestare pacificamente. - hanno dichiarato - Noi abbiamo solo due sacerdoti, don Gianni e don Dario, e venire qua a messa sarebbe come dire: avete fatto bene a toglierli. Vogliamo che la sospensione venga revocata". Alcuni lamentano di aver appreso la notizia dai giornali e la mancanza di motivazioni esplicite. "Non abbiamo capito cos’è successo e perché non possano celebrare la messa qui dentro. Non vogliamo sindacare le scelte della curia, anche se le riteniamo ingiuste. Ma non ci sono dei motivi. In qualunque provvedimento giuridico che esista, bisogna spiegare i motivi, non si può dire ‘si apre una procedura di controllo e nel mentre sospendere’. Se volete controllare i conti dell’economato, fatelo pure, ma perché toglierli dalla pastorale? Lasciate che facciano i sacerdoti. A breve, avevamo in programma la messa per i disabili e la messa per i sordi, non crediamo che verranno fatte. Il doposcuola è stato sospeso, così come tante attività collaterali. Le cresime, certo, le farà il sostituto, ma chi li ha preparati?". E altri hanno aggiunto, "Questa era una parrocchia dove chiunque entrava rimaneva incantato. Ci si sentiva immediatamente accolti e avvolti dall’amore. L’accoglienza di don Gianni è la dimostrazione più alta dell’amore di Gesù. Ha sempre aiutato, fatto carità, seguendo alla lettere gli insegnamenti di Gesù, non lasciando indietro nessuno e riuscendo a portare conforto a tutti. Don Gianni ha messo tutti i soldi della sua eredità in questo: quando era a Pavullo ha costruito una casa di carità, qui ha costruito la chiesa, lo sanno tutti. Oggi siamo qui per questo, per l’amore che lui e don Dario ci hanno insegnato".

C’è chi ha addirittura osservato, "nei secoli dei secoli ci sono stati imbrogli nelle chiese. Preti pedofili, preti che rubavano o che scappavano con delle donne. Li hanno sempre coperti e mai sospesi". Invece di seguire la messa, i parrocchiani rimasti all’esterno hanno recitato il rosario, pregato e cantato con la promessa di ripetere il tutto allea 18:30. In seguito, il gruppo si è spostato sotto le finestre dei sacerdoti per un saluto, al quale don Gianni non si è sottratto, affacciandosi per qualche istante per salutare e dando la benedizione.