Modena, il ricordo dell'alluvione nel 2014. "Basta vittime, ora prevenzione"

Massimiliano Salvioli, il fratello di Oberdan, morto mentre cercava di salvare i suoi compaesani: "Sei anni fa abbiamo vissuto un incubo"

Vigili impegnati a proteggere i cittadini dall'alluvione

Vigili impegnati a proteggere i cittadini dall'alluvione

Modena, 20 gennaio 2020 - Era una domenica anche allora, come ieri, quel maledetto 19 gennaio quando l’acqua del Secchia sfondò l’argine a San Matteo e sommerse Bastiglia, Bomporto e frazioni limitrofe. Per gli abitanti di quelle zone ieri non è stata una giornata qualunque, in particolare non lo è stata per Massimiliano Salvioli, perché in quell’apocalisse ha perso suo fratello Oberdan, trascinato dall’acqua mentre cercava con il gommone di portare in salvo alcuni compaesani. "Io ero al secondo piano della mia casa – ricorda Massimiliano – ero bloccato dall’alluvione, ricordo solamente la forza dell’acqua che spostava tutto, ricordo le campane per la raccolta del vetro scagliate ovunque, mi ricordo la gente fuori in balcone; ci si parlava, si cercava di farci dei segnali a vicenda perche’ era l’unico modo di comunicare, ricordo l’isolamentto in cui siamo rimasti perché purtroppo i pompieri non riuscivano a raggiungerci e questa sensazione di isolamento è un’esperienza che rimane". L’acqua sommerse tutto; insieme alla vita di Oberdan, si portò via automobili, case, campi, negozi, aziende; lasciò soltanto un sedimento di rabbia per la mancata manutenzione del corso d’acqua. La Procura aprì un’inchiesta ma non riuscì mai ad individuare alcun responsabile e decise per l’archiviazione. "Un fratello non si dimentica – prosegue Massimiliano – ricordo benissimo l’elicottero dei pompieri sopra la mia casa, erano venuti a prendermi, mi chiedevano se ero io Salvioli, mi dicevano che il sindaco mi stava aspettando sulla Canaletto, sapevo che mio fratello era operativo in quelle ore, allora ho capito, non c’e’ stato bisogno di parole. La tragedia rimane e spero che serva come esempio per le amministrazioni e per chi si occupa di queste problematiche, per prevenire queste tragedie. Non sono un tecnico, e non posso permettermi di giudicare le cose da fare e le cose fatte – conclude – certo che la paura c’e’ sempre; dopo quella esperienza viviamo sempre con la paura di andare sotto, è successo anche poco tempo fa, ci si attrezza ma nulla è più come prima, speriamo soltanto che non torni a succedere". A Oberdan Salvioli è dedicata una stele nel centro di Bastiglia; un ricordo doloroso, certo, ma anche un simbolo positivo, di coraggio e di condivisione. L’alluvione del 2014 porto’ devastazione, polemiche e interrogativi. Il capitolo manutenzione e’ stato al centro della riflessione di Antonio Platis, candidato per Forza Italia alle regionali che proprio ieri era a Bastiglia insieme allo scrittore Magdi Cristiano Allam. "Vogliamo dare un segnale molto chiaro che non ci siamo dimenticati di quanto accaduto nel 2014 – ha detto Platis – sono passati sei anni e non abbiamo ancora visto nulla di concreto per cercare di evitare queste tragedie. Ad ogni piena dei fiumi, anche minima i ponti vengono chiusi perche’ il letto del fiume non viene pulito da anni. L’abbandono del territorio montano e il fatto di non realizzare interventi di manutenzione sono alla base di queste situazioni che non sono piu’ accettabili – ha proseguito l’azzurro – parliamo sempre dopo le tragedie e mai prima. Sono passati sei anni e le istituzioni a partire dalla Regione devono dare una risposta concreta".