«Ricostruzione, dobbiamo tanto a Cavina»

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LA notizia delle dimissioni di Monsignor Francesco Cavina ha gettato doppiamente nello sconforto Carpi e la Bassa modenese, perché se da una parte ci sono ragioni affettive di legame con il presule, dall’altro c’ il tema della ricostruzione di chiese, oratori, scuole, canoniche. All’ingegner Marco Soglia, responsabile per la Diocesi della ricostruzione post terremoto, chiediamo di fare il punto sulla ricostruzione sulla quale Monsignor Cavina si è speso tanto.

Ingegner Soglia, si sente solo?

«Dispiace tantissimo che il nostro Vescovo abbia deciso così, ma comunque proseguiremo sulla strada della ricostruzione a cui lui teneva, e sono certo tiene ancora tanto. Ricordo che dopo il sisma Cavina ha fatto la bellezza di undici traslochi eppure, anche durante quei mesi, si è speso tantissimo per la ricostruzione».

Cosa ricorda in particolare?

«Il fatto che per sbloccare l’iter dei lavori del Duomo di Carpi, in ‘sosta’, si era ‘inventato’ il concerto sotto i ponteggi del Duomo. Non solo fu un vero successo, ma di lì a poco i lavori proseguirono fino all’inaugurazione, nel 2017. Senza contare che sono state frequenti le visite in Regione e in Sovrintendenza del Vescovo. Ha avuto sempre ottimi rapporti con tutti i dirigenti, cinque in questi anni, che si sono avvicendati alla Soprintendenza. Spesso venivano a Carpi, direttamente in Diocesi o sui cantieri. Il 21 settembre inaugurerà il Duomo di Mirandola. La Bassa già ‘piange’ l’assenza di Cavina».

A suo parere, potrà fare una sorpresa?

«Ci spero tanto, e faccio un passo avanti. Vorrei che concelebrasse la prima messa della riapertura. Sarebbe davvero un bel regalo per tutti, anche perché ha fatto davvero tanto Cavina per queste terre. Ha chiamato papa Ratzinger a Rovereto di Novi, e papa Francesco a Mirandola, ma soprattutto, e in tanto purtroppo l’hanno dimenticato, ha fatto erigere il Monumento ai Caduti del sisma a ridosso del sagrato della chiesa di San Giacomo Roncole, sul quale ha pregato assieme a Papa Francesco».

E’ vero che la Diocesi sta seguendo anche i lavori della Chiesa di Santa Chiara, a Carpi?

«L’immobile è della Prefettura, tuttavia i progettisti della Soprintendenza e la stessa Prefettura avevano chiesto a Monsignor Cavina di occuparsene. La Diocesi è quindi stazione appaltante, in virtù del legame di stima tra il Prefetto Maria Patrizia Paba e Cavina».

Dopo il sisma quanti erano gli immobili danneggiati?

«In data 29 maggio 2012 erano 95 su complessivi 126. Di questi 95 ne sono stati riaperti 33 ed è iniziato l’iter progettuale e i cantieri per tutti, eccezion fatta per nove. Quindi solo nove immobili sono al momento in stand by».

Viviana Bruschi