Rifiuti, guerra agli incivili con le fototrappole

Migration

UN cuscino, un set di scarpe da adulti e da bimba, delle borse per signora. È spuntato un ‘emporio’ di fortuna in via Indipendenza: indumenti sparsi accanto ai cassonetti che qualcuno ha abbandonato oppure ha tirato fuori dai bidoni. Ammasso di vestiti anche a Braida, dove, segnalano i cittadini, di fronte al parco Amico i contenitori di abiti usati vengono aperti e saccheggiati, lasciando per terra quello che non interessa. Ma non solo ingombranti: i bidoni di via XX settembre fino a venerdì erano contornati da fazzoletti e pacchetti di sigarette sparsi, oppure dietro il mercato contadino ci si ubriaca e si lasciano le bottiglie per terra nonostante le campane per la raccolta siano a due passi.

Non accenna a diminuire il malcostume, quando non l’attività delinquenziale, di chi abbandona rifiuti per strada. Il sindaco Gian Francesco Menani annuncia un robusto giro di vite. Sistemando le fototrappole acquistate dalla giunta Pistoni. «Su tre, ne abbiamo a disposizione due perché una si è rotta – spiega il primo cittadino – non diremo dove le piazzeremo per ovvie ragioni, però contiamo di trovare i responsabili e far loro pagare multe salatissime». Gli stessi gruppi di vicinato o vigili di quartiere saranno responsabilizzati maggiormente anche su questo fenomeno, così come la polizia municipale e le guardie ecologiche. Il Comune, dopo la stipula dell’accordo del sindaco Pistoni nel 2018, tra l’altro dispone di un ‘agente accertatore’, un dipendente distaccato di Hera «abilitato a controllare il territorio per prevenire e reprimere attraverso sanzioni, il fenomeno degli abbandoni dei rifiuti a supporto di quanto già fatto dalla polizia municipale». L’agente accertatore può sanzionare chi non conferisce correttamente i rifiuti nei contenitori, chi abbandona rifiuti a terra fuori dai cassonetti, chi non utilizza correttamente i servizi messi a disposizione per la raccolta dei rifiuti. Le sanzioni previste dal regolamento Atersir variano da un minimo di 52 a un massimo di 900 euro. Va anche ricordato che lasciare rifiuti fuori dai cassonetti, come ha più volte comunicato Hera, comporta un aggravio sulla bolletta, solo per il distretto ceramico, di quasi 400mila euro l’anno. «Io non credo – è la riflessione di Menani – che i cittadini non sappiano che i rifiuti ingombranti devono essere conferiti all’isola ecologica oppure che bisogna chiamare il numero verde di Hera che li ritira gratuitamente. Incide piuttosto la pigrizia. Faremo la guerra a questi vandali, non è facile perché non possiamo disporre di una pattuglia per ogni cassonetto, però proveremo a contrastare il fenomeno. Bisogna anche tener conto dei limiti legislativi, nel senso che quando si rovista per esempio in un sacchetto e ci si imbatte in uno scontrino di un bancomat, non sempre c’è il nome del titolare: si può accedervi solo dietro denuncia penale».

Gianpaolo Annese