Rimborsi spese nel gruppo Pdl, Aimi assolto con delle censure

L’ex consigliere regionale secondo i giudici era a conoscenza delle firme false utilizzate

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Nel processo di primo grado per peculato relativo i rimborsi chiesti durante l’ottava e la nona legislatura del consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, tra il 2009 e il 2011, è uscito assolto, così come gli altri ex consiglieri Galeazzo Bignami, Gianni Varani e Gioenzo Renzi. Tuttavia, nelle motivazioni della sentenza emessa lo scorso dicembre, i giudici del Tribunale di Bologna muovono alcuni pesanti appunti ad Enrico Aimi, ora senatore di Forza Italia. Nell’atto, infatti, i magistrati si soffermano sulla vicenda riguardante "l’emissione di alcune fatture rinvenute nella contabilità del gruppo assembleare e per le quali vennero erogati i rimborsi". Fatture per un totale di 39.432,80 euro "risultate false". Il protagonista della vicenda è Mauro Sighinolfi, già vicepresidente del consiglio provinciale e all’epoca collaboratore di Aimi in Regione, che deponendo nel processo come testimone assistito "ha reso dichiarazioni auto-accusatorie, assumendo di aver distratto fraudolentemente cospicue somme di denaro simulando spese inesistenti ed incassando le somme corrispondenti", e dicendo di averlo potuto fare perché godeva della piena fiducia di Aimi. Se Aimi "era consapevole che Sighinolfi falsificasse la sua firma", ha dimostrato "negligenza e trascuratezza nel controllo della gestione del pubblico denaro". Ad Aimi non si può contestare l’omessa denuncia: il reato sarebbe già prescritto.