Rinunciano 114 famiglie La lista d’attesa si accorcia

L’assessora: "Ora copriamo il 65%, ma sono ancora tante le risposte da dare". Il centrodestra attacca: "Tasse alte e i servizi non sono per tutti: fallimento"

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Poderosa potatura della lista delle richieste ai nidi. Dal Comune fanno sapere che sono in tutto 114 le famiglie che hanno rinunciato liberando altrettanti posti. "La lista d’attesa per ottenere un posto nei nidi comunali, convenzionati o di Fondazione Cresciamo attraverso il bando del Comune, ha già iniziato a rimodularsi consentendo l’ammissione al servizio di bambini che in prima battuta non avevano ottenuto il posto".

Dopo l’uscita delle graduatorie, le famiglie che hanno optato per soluzioni diverse, pur avendo presentato domanda (la richiesta si fa on line a maggio), avevano tempo fino all’8 luglio per dire di no al posto assegnato senza pagare alcuna penale. "Sono 94 quelle che hanno esercitato questa scelta, alle quali se ne sono aggiunte altre 20 nei giorni successivi: in tutto 114 posti che risultano quindi nuovamente liberi".

Il meccanismo consente di scorrere la graduatoria per inserire altri bambini: "In questi giorni gli operatori dell’ufficio ammissione dei Servizi educativi stanno telefonando ai genitori di quelli in lista d’attesa per proporre i posti che si sono resi disponibili". A lunedì, 16 famiglie hanno già detto sì e un’altra decina devono confermare l’opzione proposta, "ma la situazione – puntualizzano dal Comune – è in costante evoluzione".

Se dunque inizialmente come detto ieri le domande per i 728 posti a bando erano 1.301, quelle attive sono ora 1.187: "I posti disponibili quindi rispondono al momento al 65 per cento delle domande, escludendo dal calcolo le 60 domande che provengono da non residenti che quindi potranno usufruire di possibilità nei rispettivi Comuni di residenza".

Quando gli uffici avranno terminato di contattare le famiglie residenti sul territorio e i posti che si sono resi disponibili saranno tutti assegnati, sottolinea l’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi, "la percentuale di copertura rispetto alle domande sarà parecchio aumentata, ma avremmo comunque ancora famiglie a cui dare risposte. Trovare soluzioni per riadeguare l’offerta già da settembre resta dunque la priorità".

Il tema è particolarmente sentito anche sul fronte politico e il centrodestra punzecchia l’amministrazione. Il capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi "apprezza l’onestà intellettuale con cui l’assessore Baracchi ha ammesso che l’aumento dei posti disponibili è possibile solo a seguito delle rinunce di ben 114 famiglie e il fatto che nonostante tutto rimarranno comunque il 35% del totale le domande escluse". Dichiarazioni "che confermano però un dato politico preoccupante e che era già evidente negli anni scorsi: ovvero l’incapacità dell’amministrazione di programmare da un lato e potenziare dall’altro la risposta del sistema". Il consigliere ricorda che due anni fa "la percentuale in prima battuta degli ammessi ai nidi d’infanzia era il 65% e oggi è il 54%, E ricordiamo che sempre due anni fa in consiglio comunale l’assessore Baracchi confermò come il numero di domande continuava ad aumentare, di anno in anno". Nonostante ciò "l’amministrazione non solo non ha saputo adeguare l’offerta all’aumento previsto della domanda, ma ha anche ridotto ulteriormente la capacità di risposta". Oggi "dover contare sulle rinunce per potere vantare posti disponibili in più corrisponde ad un fallimento politico, tanto più che comunque più di una famiglia su tre rimarrà esclusa".

Anche Fratelli d’Italia e Lega in un’interrogazione fanno presente che si è proceduto alla revisione delle aliquote comunali Irpef per i redditi tra i 50 mila e i 55 mila euro e per la fascia tra i 55 mila e i 75 mila euro: "La giunta – attaccano – ha sempre giustificato l’aumento delle entrate tributarie con la finalità di fare fronte alla copertura delle spese necessarie per assicurare il funzionamento dei servizi comunali offerti". Ma l’aumento delle entrate tributarie, rimarca l’opposizione, "si giustifica solamente se vengono garantiti i servizi per tutti i richiedenti. Altrimenti ci saranno cittadini che si troveranno a dover pagare i tributi e nel contempo a cercare nel privato a pagamento la soluzione ai problemi che l’ente pubblico non è stato in grado di risolvere". In questo senso, "il progetto Modena Zerosei è sin dall’inizio apparso come uno strumento per progressivamente esternalizzare i servizi dell’infanzia più che un vero e proprio progetto educativo per garantire qualità e quantità agli utenti".

g.a.