Riparte il processo per Giovanardi: "Così ‘silenziano’ i parlamentari"

"Il Senato aveva già giudicato illegittimo il mio rinvio a giudizio. Non possono negarmi il diritto di opinione"

Riparte il processo per Giovanardi: "Così ‘silenziano’ i parlamentari"

Riparte il processo per Giovanardi: "Così ‘silenziano’ i parlamentari"

"Così si riduce al silenzio il Parlamento; ai parlamentari viene tolto il diritto di parlare". E’ questo il commento dell’ex Parlamentare Carlo Giovanardi a seguito della sentenza dell’11 dicembre scorso della Corte Costituzionale i cui giudici, in sostanza, hanno ritenuto incostituzionale il voto del senato circa l’insindacabilità di Carlo Giovanardi. Per questo motivo il processo contro l’onorevole riprenderà. "Non spetta al Senato della Repubblica deliberare che le condotte contestate al senatore Carlo Amedeo Giovanardi, per le quali pende procedimento penale dinanzi al Tribunale ordinario di Modena, costituiscono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell’esercizio delle sue funzioni – affermano i giudici. Per questo motivo la corte ha annullato la deliberazione di insindacabilità adottata dal Senato. "I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell ‘esercizio delle loro funzioni", così stabilisce l’ art. 68 della Costituzione – tuona Giovanardi - e così a suo tempo ha votato in Aula il Senato in merito alle mie critiche espresse in Commissione Giustizia e in Commissione antimafia sulle modalità con le quali le Prefetture paralizzano le imprese con le interdittive antimafia, che sono meri atti amministrativi. Il Tribunale di Modena, che mi aveva rinviato a giudizio per pressioni e minacce nei confronti della Prefettura, ha sollevato conflitto di attribuzione presso la Corte Costituzionale, che ha dato in gran parte ragione al Tribunale di Modena e torto al Senato, sostenendo che avendo l’ accusa configurato le mie pubbliche affermazioni non come opinioni non sindacabili ma come condotte materiali di pressioni e minacce il processo, a quasi dieci anni dai fatti, deve continuare. Come già Ministro per i Rapporti con il Parlamento e Vicepresidente della Camera non posso non rilevare che in base a questa decisione ai Parlamentari viene tolto anche il diritto di parlare, essendo sufficiente che una Procura interpreti l’ opinione pubblicamente espressa come pressione e minaccia, per svuotare completamente il Parlamento di una sua fondamentale prerogativa" - afferma ancora Giovanardi. L’onorevole quindi ‘promette’: "Investirò nuovamente il Senato della questione perché la Giunta delle Autorizzazioni aveva già votato nella scorsa legislatura che per il mio rinvio a giudizio erano state utilizzate intercettazioni fraudolentemente carpite, senza chiedere il preventivo via libera del Senato. Continua la mia battaglia per le libertà dei cittadini e del Parlamento: in un paese democratico sono i Prefetti a dover rispondere delle loro azioni ai rappresentanti del popolo e non viceversa". Giovanardi era stato rinviato a giudizio per una serie di condotte volte, secondo l’accusa, a ottenere la riammissione di due imprese nella cosiddetta white list.

Valentina Reggiani