Ha tempestato di chiamate il call center dedicato alle urgenze della polizia locale. Nel corso delle chiamate minacciava e insultava gli operatori. L’uomo ieri è stato condannato a venti giorni di reclusione nell’ambito del processo con rito abbreviato con l’accusa di interruzione di pubblico servizio.
Infatti a causa delle sue telefonate avvenute a pochissima distanza l’una dall’altra – secondo le accuse – gli altri utenti, effettivamente bisognosi di soccorso, erano impossibilitati a contattare gli operatori.
Pare che l’imputato fosse stato già denunciato per molestie in precedenza. L’episodio per il quale è stato condannato risale allo scorso anno quando, durante la pandemia all’uomo era stato notificato l’ennesimo atto. Adirato si era quindi attaccato al telefono, iniziando a tempestare gli operatori del centralino della polizia locale al numero dedicato appunto alle emergenze. Gli agenti avevano anche provato a spiegargli che in quel modo danneggiava altri cittadini e che, appunto, stava interrompendo un pubblico servizio ma l’uomo aveva iniziato ad insultarli e minacciarli. Ogni volta che gli operatori riattaccavano, lui richiamava ricominciando con gli insulti e le ingiurie.
Nei confronti dell’uomo era quindi scattata la denuncia per interruzione di pubblico servizio e ieri è stato condannato a venti giorni di carcere.
Valentina Reggiani