"Riporto la ’mia’ Lucia davanti al pubblico"

Stasera la lirica debutta in presenza al teatro Comunale con l’opera di Donizetti. Il soprano Gilda Fiume: "È il ruolo del mio cuore, una donna di carattere"

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di Stefano Marchetti

È una prima che vale doppio. Già, perché dopo un anno di opere in streaming, davanti a una platea vuota, senza poltroncine, con ’Lucia di Lammermoor’ di Donizetti (in scena stasera alle 20 e domenica alle 15.30 al teatro Comunale Pavarotti - Freni) finalmente il pubblico può tornare ad assistere alla lirica in sala. Green pass e mascherine restano obbligatori, ma in tutti gli appassionati c’è il desiderio di ritrovare l’opera nel suo luogo più amato e più consono, il teatro. Si riparte dunque con un grande classico, il capolavoro che Donizetti trasse dal romanzo ’The bride of Lammermoor’ di Walter Scott: dramma di amore e morte che il Comunale ci propone in una nuova produzione (realizzata insieme al teatro Galli di Rimini), con la regia di Stefano Vizioli e la direzione musicale di Alessandro D’Agostini.

"Lucia è prigioniera di un mondo cinico e calcolatore – spiega il regista –. La sua vicenda è la tragedia di una donna oppressa da un potere maschile, l’eterna storia di una prevaricazione a danno dei deboli e dei miti". A dare voce ai personaggi saranno il tenore Giorgio Berrugi, il baritono Enresto Petti, con Matteo Mezzaro, Raimondo Viktor Shevchencko, Alisa Shay Bloch, Normanno Cristiano Olivieri. Protagonista assoluta, il soprano Gilda Fiume.

Signora Fiume, Lucia è ormai il suo cavallo di battaglia...

"Lo considero il ruolo del mio cuore, quello che ho sognato sempre e ho sentito mio fin da quando ho iniziato gli studi: la scena della pazzia è stata la mia aria di diploma al Conservatorio. La mia prima ‘Lucia’ a teatro l’ho cantata proprio qui a Modena nel 2016: in questi anni l’ho interpretata in otto produzioni diverse, ed è una gioia riportarla su questo palcoscenico". - Chi è Lucia? Davvero pazza e folle come la si dipinge?

"Quasi sempre si tende a immaginare che Lucia sia una donna fragile, schiacciata dai suoi oppressori. In realtà io credo che sia una donna di grande carattere, capace di affrontare ogni rischio pur di seguire il suo cuore: tutte le mattine all’alba lei vuole incontrare il suo amato, pur sapendo che è l’acerrimo nemico della sua famiglia. Allo stesso tempo però lei ama anche la sua famiglia e accetta il ricatto del fratello che la costringe a sposare per convenienza un’altra persona. Si fida delle persone che ama. Non è quindi la sua debolezza a portarla alla pazzia, ma la sua forza. E quando uccide l’uomo che ha dovuto sposare, certo compie un gesto folle ma si libera anche da tutte le convenzioni".

Da sette anni lei studia con il grande soprano Mariella Devia. Quali insegnamenti le ha trasmesso?

"Mariella Devia è la regina del belcanto e io ho sempre visto in lei la capacità di conciliare al meglio la perfezione tecnica con lo stile belcantistico. Da lei ho appreso come ‘sentire’ e affrontare un personaggio, e come tenere unite interpretazione e compostezza vocale; in questo modo risulta credibile la drammaticità del personaggio ma si mantiene anche una purezza vocale".

Questa sera in teatro ritroverà il pubblico. Le mancava?

"Sì, noi cantiamo per il pubblico, avvertiamo le emozioni che vivono gli spettatori e arrivano di ritorno a noi sul palco. Abbiamo bisogno di sentire che chi ci ascolta palpita insieme a noi, gioisce, si spaventa. L’assenza del pubblico era veramente una grandissima mancanza. Finalmente potremo essere di nuovo tutti insieme".