Modena, 13 settembre 2024 – Mancano pochi giorni al suono della campanella. Ma l’anno che si profila all’orizzonte appare tutt’altro che roseo.
Gravi ritardi e cattedre scoperte continuano infatti a rappresentare un nodo sempre più difficile da sbrogliare: "Basta pensare che le convocazioni stanno continuando ad arrivare in questi giorni, a un passo dal via – spiega il sindacalista Claudio Riso, segretario del sindacato scuola Flc Cgil – e altri sono ancora in attesa. Si tratta di uno scenario preoccupante e che non dà nessuna garanzia: non sappiamo ancora se il sedici settembre tutte le cattedre della nostra provincia saranno coperte".
I rischi sono quindi molteplici, e piovono a cascata su alunni, famiglie e sugli stessi docenti.
"Se la situazione non viene risolta in tempo, c’è il pericolo che alcune classi, come accadde molti anni fa, possano iniziare l’anno a orario ridotto – prosegue Riso – ma non solo. A pochi giorni dall’inizio dell’anno, molti insegnanti non sanno ancora in quale istituto saranno collocati. Una mancata organizzazione provoca importanti danni al personale, perché insegnare in una scuola che sì rientra tra le proprie preferenze, ma che magari non è vicino a casa, richiede anche tempo per pianificare i propri eventuali spostamenti. Un conto è procedere con largo anticipo, un conto è trovarsi ad organizzare il tutto con pochi giorni di preavviso". A rappresentare un importante ostacolo, come sottolinea il sindacalista, sono inoltre i danni che una mancata organizzazione provoca sugli stipendi.
"I bollettini per le graduatorie dovevano arrivare ben prima di quanto invece è successo – attacca Riso – e anche per questo motivo, non tutti gli insegnanti hanno velocizzato a chiedere la Naspi. Questa mancata organizzazione ha ulteriormente dilatato le tempistiche e molti insegnanti dovranno così rinunciare – nel migliore dei casi – a una settimana di stipendio. Altri, persino di più...".
Non solo. "Stiamo, purtroppo, facendo i conti anche con un fenomeno che si era già palesato gli anni scorsi, ma in questo particolarmente – conclude il sindacalista –. Anche nella nostra provincia, docenti precari che insegnavano da molti anni, si sono visti scavallare nella graduatoria da persone che hanno frequentato atenei all’estero o università telematiche per acquisire abilitazioni all’insegnamento o specializzazioni. Superando, di fatto, chi invece aveva portato avanti il lungo e burocratico iter in Italia. Un processo oggi legale, ma a nostro avviso poco meritocratico" conclude Riso.