Tragica rivolta in carcere a Modena: "Sì, i detenuti furono picchiati"

La rivelazione di un agente penitenziario. Ma il sindacato: "Se davvero sa qualcosa lo dica agli inquirenti"

Il carcere di Modena, teatro della rivolta

Il carcere di Modena, teatro della rivolta

Modena, 18 agosto 2022 - "Quell’otto marzo di due anni fa i detenuti sono stati picchiati, chi di noi non voleva partecipare restava fuori dal casermone. Vedevo i detenuti entrare in un modo e poi li vedevo uscire sanguinanti. Chi era d’accordo all’azione punitiva entrava e partecipava al pestaggio, chi non voleva si limitava a stare fuori dalla stanza". Emergono scenari inquietanti dalle parole di un agente della polizia penitenziaria di Modena che, intervistato anonimamente dal ‘Domani’, avrebbe ammesso come durante la rivolta in carcere a Modena, l’8 marzo di due anni fa, i detenuti avrebbero subito violenze.

Carcerati che sarebbero stati pestati appunto pur essendo già stati resi ‘inoffensivi’. L’agente, il cui nome non è stato reso noto, non avrebbe assistito in prima persona ai presunti pestaggi ma avrebbe visto ‘i risultati’ delle violenze sul corpo dei detenuti. Proprio a seguito delle denunce presentate da alcuni carcerati, cinque agenti della polizia penitenziaria sono indagati dalla procura di Modena con le ipotesi di reato di tortura e lesioni aggravate e sono già state chieste due proroghe d’indagine.

Per quanto riguarda invece le morti dentro e fuori dal carcere – quattro detenuti sono morti durante la rivolta e altri quattro nel corso dei successivi trasferimenti in altri penitenziari – il fascicolo è stato archiviato. Il caso non risulta chiuso invece per le autorità tunisine. Infatti sono approdate sul tavolo della magistratura tunisina le denunce presentate dai familiari di due delle otto vittime.

L’avvocato Cosimo Zaccaria, che difende due dei cinque agenti della polizia penitenziaria indagati sottolinea che: "I due pubblici ufficiali che assito, per il mio tramite, ribadiscono non solo la loro innocenza, ma la completa estraneità dalle accuse. Fin da subito hanno chiarito e professato la loro innocenza. Quanto alle notizie pubblicate, si prende atto della avvenuta diffusione di dati che sembrerebbero riferiti all’attività di indagine, ancora non conosciuti dagli indagati, né, a quanto risulta, comunicati dall’autorità giudiziaria – sottolinea Zaccaria – Se così fosse, ci si riserva di comprendere come ciò sia potuto accadere, considerata l’attuale pendenza delle indagini. In ogni caso, i miei assisti confidano nell’operato degli organi inquirenti e nel pronto chiarimento dell’intera vicenda e della loro innocenza".

Su quanto dichiarato al Domani dalla guardia carceraria insorge Gennarino De Fazio, il segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria: "Chi ha notizie in merito a quanto successo, tanto più se agente o ufficiale di polizia giudiziaria, riferisca immediatamente agli inquirenti. Altrimenti, non solo non è credibile, ma rischia di commettere molteplici reati", affema De Fazio.