LAURA CORALLO
Cronaca

Rock No War, progetto ’L’acqua è vita’: realizzati 93 pozzi in 28 Paesi

Una serata di emozioni e solidarietà quella che si è tenuta ieri alla Florim Gallery, dove l’associazione Rock No War...

Serata alla Florim Gallery. Da sinistra: Paolo Belli, Cristina Chiabotto, Claudio Lucchese, Giorgio Amadessi, Stefano Cittadini, Cesare Bocci

Serata alla Florim Gallery. Da sinistra: Paolo Belli, Cristina Chiabotto, Claudio Lucchese, Giorgio Amadessi, Stefano Cittadini, Cesare Bocci

Una serata di emozioni e solidarietà quella che si è tenuta ieri alla Florim Gallery, dove l’associazione Rock No War ha presentato i risultati del progetto ’L’acqua è vita’ che, dal 1993, ha portato acqua potabile in alcune delle zone più povere del mondo.

La cena a inviti, condotta da Cesare Bocci, volto noto del cinema e della TV e con Cristina Chiabotto come madrina d’eccezione, ha celebrato un traguardo che va ben oltre ogni aspettativa: 93 pozzi realizzati in 28 Paesi tra Africa, Asia e America Latina portando acqua potabile a decine di villaggi grazie al lavoro sul campo e alla generosità di chi ha creduto nel progetto. "Un obiettivo iniziale, 50 pozzi – ha detto Giorgio Amadessi, presidente Rock No War Odv – che oggi, a oltre trent’anni dall’avvio, è stato quasi raddoppiato".

Determinante "il contributo di Florim, Kerakoll e Modula e delle tante aziende che si sono aggiunte negli anni e che hanno finanziato la costruzione di pozzi e sistemi idrici dove la mancanza di acqua potabile mette a rischio la salute".

Presenti alla serata Claudio Lucchese, Presidente di Florim SpA SB, Franco Stefani presidente Modula SpA e Stefano Cittadini, Sustainability Manager di Kerakoll. Cesare Bocci ha condiviso il suo legame con l’Africa: "Nonostante la drammaticità di ciò che ho visto nei miei viaggi, torno sempre a casa con un sorriso, perché ho la certezza che quello che facciamo, anche se poco, salva delle vite".

Anche il conduttore Paolo Belli, tra i fondatori dell’associazione nata trent’anni fa "su un divano sgualcito", ha ribadito il dovere del mondo dello spettacolo di usare la propria voce per il bene comune per dimostrare come un’idea nata in provincia possa avere un impatto globale".

l.c