San Possidonio dal grande cuore "Qui già accolti 37 rifugiati"

Il piccolo paese della Bassa attende anche un lieto evento: una delle donne ucraine è prossima al parto

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San Possidonio capoluogo modenese della solidarietà. Dopo aver dato ospitalità nemmeno 7 mesi fa ad una settantina di afghani in fuga dal loro paese, ancora una volta il centro dell’Area Nord rivela il suo grande cuore accogliendo chi scappa dall’Ucraina. Sono già 37 gli ucraini che dal 4 marzo hanno scelto come destinazione del loro esilio il piccolo centro modenese. E molto presto saranno 38, perché una giovane donna forse già nella giornata di oggi potrebbe dare alla luce il suo primogenito. Tutti hanno alle spalle un fardello di storie, sofferenze e peripezie che hanno dovuto affrontare nel loro lungo viaggio per giungere fino a San Possidonio, in questa comunità di appena 3.500 abitanti, ma che ha sempre dato prova di civismo. "Voglio esprimere la mia soddisfazione – scrive il sindaco Carlo Casari – per il grande senso di solidarietà e generosità dimostrato dai possidiesi in questi giorni verso i profughi provenienti dall’Ucraina. Da subito si sono attivate le ’badanti’ che svolgono il loro prezioso lavoro sul nostro territorio. Come amministratori, informati di questi arrivi, ci siamo attivati per contribuire alla loro accoglienza e dare a loro aiuti e una sistemazione, anche se provvisoria". La risposta dei possidiesi è stata molto rapida e generosa tanto che la colletta, organizzata sabato scorso per reperire aiuti alimentari ha avuto una risposta corale e l’amministrazione ha dovuto stivare parte del materiale raccolto, poiché sovrabbondante rispetto alle necessità, nelle ex scuole del paese. Nonostante il gran numero di persone giunte a tutti è stata trovata una casa. La famiglia più numerosa, composta da 9 persone che comprendono due coppie sordomute, accompagnate dalla nuora, da tre bambini e dal figlio trentenne, ora è ospitata presso i locali della locale canonica che si è prodigata anch’essa in accordo con l’amministrazione per accogliere gli ucraini. Un’altra famiglia è ospite, invece, dell’amministrazione comunale che ha trovato per loro un alloggio idoneo in paese. Tutti gli altri sono sistemati presso parenti, che risiedono nel comune. "Le badanti nostre concittadine – dice Casari – sono state generosissime e molte hanno pagato loro stesse il tampone ai famigliari". Complessivamente fino ad ora la località modenese ha aperto le proprie braccia a 20 donne, dai venti ai quaranta anni, 3 uomini e 14 bambini, tra cui una bimba di 10 mesi mentre gli altri hanno 67 anni, e per questi oggi si terrà un vertice con la direzione scolastica per discutere come affrontare il loro percorso di inserimento.

Alberto Greco