
"Siamo in difficoltà, questo è il motivo per cui ripeto come un mantra che la situazione è difficile e bisogna che la gente lo capisca". Così Claudio Vagnini, Direttore Generale dell’Aou di Modena, ha commentato la drammatica situazione in cui versa da tempo la sanità pubblica. Di fronte a liste d’attesa di svariati mesi e prenotazioni al completo per le visite specialistiche, "passi in avanti sono stati fatti, – ha risposto il direttore Vagnini – abbiamo raggiunto praticamente l’attività che svolgevamo nel 2019, nel pre Covid. Il problema è che tutto quello che è aggiuntivo sta diventando difficile da gestire. Abbiamo un numero di personale contingentato, con degli indirizzi molto precisi: cercare di non assumere fin quando la situazione economico-finanziaria non si sarà sistemata". "Bisogna smetterla con questa storia che tutti hanno l’urgenza – ha proseguito, rispondendo a chi pretenderebbe l’immediatezza della visita – altrimenti non ne usciamo. Se si ha un’urgenza seria e vera noi forniamo sempre la prestazione. Nel momento in cui non ci sono urgenze reali ovviamente i tempi si allungano. E poi spesso accade, come in tutte le altre province emiliano-romagnole, che le disponibilità ci siano, ma non è detto che i posti siano a Modena. Di conseguenza, se uno può va a Pavullo o a Mirandola per una visita, altrimenti pazienza. Bisogna però che la smettiamo, perché tutte le disponibilità che vengono messe, e sono decine di migliaia ogni mese, devono essere utilizzate nella maniera più consona. Il servizio è provinciale, e non da ieri ma da 30 anni, quindi bisogna che la gente, quando trova una disponibilità, la occupi".
Nel frattempo, aumentano i casi covid ma, per il momento, al Policlinico è tutto sotto controllo. Resta fondamentale, però, cercare di proteggersi con le già note misure precauzionali. "A Modena – ha aggiunto Vagnini – abbiamo trenta ricoverati, di cui nessuno in terapia intensiva. Ma è indubbio che questa virosi stia crescendo di nuovo, quindi lo ribadisco: è necessario tenere tutti quelli che sono gli atteggiamenti più intelligenti rispetto a una possibile pandemia. Certo, non parliamo di pandemia, ma di una virosi però, ad esempio, indossare le mascherine nei posti affollati, mi sembra un presidio banale". Gli attuali ricoverati "sono quasi tutti arrivati in ospedale per il covid, con una sintomatologia varia, che va dalla parte respiratoria a quella intestinale. Non ci troviamo più nella fase di tre anni fa, quando eravamo terrorizzati perché si moriva facilmente, però rimane una virosi: quindi bisogna continuare a fare attenzione e a vaccinare, così come si fa per l’influenza, tutti i fragili anche per il covid".
Nel frattempo prosegue l’undicesima edizione della ‘Make Sense Campaign’, l’iniziativa dedicata alla prevenzione delle neoplasie testa-collo. Domani, infatti, dalle 8.30 alle 13.30 sarà possibile effettuare uno screening gratuito, ad accesso libero e diretto, nel camper della Lega italiana per la Lotta contro i Tumori, davanti all’ingresso 2 del Policlinico. L’iniziativa promossa dalla European Head and Neck Socity e da Aiocc (Associazione italiana di oncologia cervico-cefalica) è sostenuta dalle associazioni Lilt e ‘La Nostra Voce’, la quale dal 1968 aiuta i pazienti laaringectomizzati con servizi di assistenza ospedaliera, domiciliare, riabilitazione e affiancamento ai familiari. ‘Hai la testa a posto?’ È il motto dell’edizione italiana 2023, per porre attenzione ai sintomi dei carcinomi cervico-cefalici.
"Le due associazioni – ha spiegato Claudio Dugoni, presidente Lilt – lavorano insieme da 23 anni per convincere, soprattutto i ragazzi, che il fumo fa male. Come volontari cerchiamo di portare avanti questa battaglia per evitare problematiche future, per questo ci batteremo sempre di più nelle scuole e nelle piazze". "I casi purtroppo sono tanti, – ha ricordato Daniele Marchioni, direttore dell’Otorinolaringoiatria – anche perché essendo noi una struttura che si occupa da moltissimo tempo di chirurgia oncologica testa-collo, riceviamo moltissimi pazienti anche da fuori regione".