"Sanitari con febbre, ma niente tampone"

L’accusa dei sindacati: "Abbiamo segnalazioni". La replica di Ausl e Policlinico: "Falso, si effettuano. Noi tra i primi a farli anche in auto"

Migration

"Operatori con febbre dopo il contatto con pazienti contagiati e ai quali non è stato fatto il tampone. Ma anche accessi agevolati ai tamponi a qualcuno privo di sintomi". È una denuncia pesante quella lanciata dalle sigle Fp Cgil, Cisl Fp ed Uil Fpl sul tema delle presunte omissioni nella sorveglianza sanitaria, ma le aziende respingono con forza le accuse sottolineando di essere impegnate a garantire la massima tutela dei propri dipendenti e dei cittadini che si rivolgono alle strutture sanitarie. "Se sono chiare le tutele che si attivano quando il lavoratore viene accertato come positivo al Covid-19, non lo sono assolutamente quelle che le aziende sanitarie modenesi mettono in atto prima di quel momento. Anzi a giudizio dei sindacati di categoria della sanità, le azioni di controllo e sorveglianza attivate prima di riscontrare le positività sono assolutamente insufficienti. Non è possibile che un lavoratore che si rivolge alla sorveglianza sanitaria – spiegano le sigle – per denunciare un contatto con un paziente Covid-19 sia sentito solo per telefono, rassicurato con qualche parola e rimesso a lavorare senza alcun tipo di controllo e registrazione di questa denuncia. Nelle settimane scorse – spiegano le tre sigle – non sono mancate infatti le segnalazioni di operatori che sono stati a casa perché manifestavano febbre e sintomi respiratori, insorti successivamente a contatti con pazienti Covid-19 positivi, al quale è stato negato il tampone. Di contro continuano le segnalazioni di accessi agevolati ai tamponi da parte di qualcuno, anche in assenza di sintomi. Molti lavoratori si chiedono se le procedure aziendali valgano per tutti e in cosa si nasconda la differente possibilità di accedere ai test diagnostici, oltre a chiedersi dove siano finiti i referti di decine di tamponi eseguiti da un mese. Non ci stiamo e non staremo zitti – è il duro attacco di Fp Cgil, Cisl Fp ed Uil Fpl – qualora un domani questi lavoratori si dovessero ammalare chi riconoscerà che hanno contratto la malattia sul posto di lavoro? Riteniamo che il dato sugli operatori positivi sia assolutamente sottostimato".

Policlinico e Ausl spiegano invece come sin dall’inizio dell’emergenza Covid19 siano state messe in campo tutte le misure necessarie per tutelare i propri operatori e come "Non vi siano ’tamponi negati’ né ’vie preferenziali’: i tamponi si effettuano secondo precise indicazioni ministeriali in base alla sintomatologia che viene rilevata nel contatto con ciascun dipendente, e in tempi brevi anche grazie alla modalità ’in auto’ che l’Ausl ha attivato per i suoi operatori, tra le prime in Regione. In casi particolari potrebbe essere richiesta un’attesa di qualche giorno in più per la comparsa completa dei sintomi, al fine di scongiurare il rischio di esiti falsamente negativi sui tamponi". Per quanto riguarda poi i contatti telefonici: "Non si tratta di ’quattro chiacchiere’, ma di un contatto effettuato da personale appositamente formato, che viene favorito in tutti modi, anche grazie all’attivazione di linee dedicate e a precise indicazioni date ai responsabili e coordinatori. Al di là delle accuse generiche, le Aziende sanitarie non hanno mai negato il dialogo con i sindacati che vogliano segnalare specifiche mancate prese in carico che dovessero verificarsi in questo momento di emergenza". La dottoressa Sabrina Amerio, direttore amministrativo dell’Asl e il dottor Lorenzo Broccoli, direttore amministrativo del Policlinico affermano che "non ci sono percorsi di accesso agevolato autorizzati dalle direzioni aziendali, ma percorsi che valutano le singole situazioni in base alle esigenze organizzative che verranno aggiornate nel tempo in ossequio alle eventuali nuove normative regionali e nazionali". Policlinico e Ausl sottolineano infine come "sono stati attivati i triage avanzati nei Pronto Soccorso modenesi già da lunedì 22 febbraio, quindi prima della rilevazione del primo caso modenese (24 febbraio), successivamente estese a tutti gli ospedali della provincia". Per quanto riguarda i dispositivi di sicurezza, l’azienda fa presente come sia nota la difficoltà del loro approvvigionamento a livello nazionale: "Le Aziende Sanitarie modenesi garantiscono la sicurezza dei propri professionisti, dotandoli dei necessari mezzi di protezione, sia pure secondo una logica di utilizzo appropriato. Alcune sigle sindacali – concludono Amerio e Broccoli – hanno ventilato un divieto da parte delle direzioni di utilizzare i Dpi negli spazi comuni per evitare l’allarme del pubblico. Ci sentiamo di rigettare questa affermazione: abbiamo agito sempre nella massima trasparenza nei confronti degli operatori e dei cittadini".