Sanitari no vax Modena: partite le prime sospensioni "Lettere a tre medici"

Il direttore Ausl Brambilla: "A breve manderemo tutti gli altri inviti di adesione alla campagna". Variante Delta alla carica: "Oltre il 51%"

Il direttore dell'Ausl Brambilla

Il direttore dell'Ausl Brambilla

Modena, 23 luglio 2021 - Ci siamo. Le prime cinque lettere, per la sospensione dei professionisti sanitari non ancora vaccinati, sono partite. A comunicarlo è stato ieri il direttore generale dell’azienda Usl modenese, Antonio Brambilla (in foto): "Si tratta di tre medici, un infermiere e un oss. Tre lettere sono state mandate l’altroieri e due oggi (quindi rispettivamente martedì e ieri, ndr)".

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Questi cinque professionisti non sono dipendenti dell’azienda Usl, quindi le comunicazioni partite in questi giorni servono a ultimare i passaggi formali di avviso, che deve essere inoltrato all’interessato anche dal datore di lavoro e dall’Ordine professionale di riferimento. Un procedimento intricato, che sta arrivando adesso nel concreto. "La prossima settimana - ha aggiunto Brambilla - invieremo il grosso degli inviti alla vaccinazione". Questo significa che la ‘macchina delle sospensioni’ potrebbe ingranare una marcia in più, qualora aumentassero i professionisti del settore che, dopo aver ricevuto l’ultimo invito e senza documentare le proprie motivazioni, continueranno a non voler aderire alla campagna vaccinale.

Di lettere ne sono state mandate 2400 circa, un totale che comprende sì i dipendenti della sanità pubblica, ma anche di quella privata e i liberi professionisti. Rispetto a una settimana fa, il bilancio interno dell’Ausl non è cambiato: "Restano 120 i nostri dipendenti che non si sono ancora vaccinati - ha illustrato il direttore -. Allo stato attuale delle cose, è impossibile riuscire a cambiare per ognuno di loro la mansione". Unica possibilità alternativa, quella della sostituzione, rispetto alla sospensione senza stipendio fino alla fine del 2021. La prima opzione per continuare a lavorare sarebbe quella di passare all’ambito, più amministrativo, del tracciamento dei contagi. Non basterebbe comunque però, nonostante sia un’attività in continuo perfezionamento, tenendo conto poi dell’incedere sostenuto che sta avendo la pandemia in questi giorni.

"La variante Delta al momento è presente per oltre il 51%, quindi è più che raddoppiata - ha detto il direttore -. Ci aspettiamo che nelle prossime settimane arrivi a sostituire del tutto le altre mutazioni del virus". Lo stesso tasso di incidenza ogni 100mila abitanti è in ascesa: se i primi giorni di questo mese era a 7, oggi arriva a 24. Almeno per adesso, la cosa non sta avendo grandi ripercussioni su ricoveri e ospedalizzazioni: "I posti letto riservati ai casi Covid su tutta la provincia sono 42 - ha spiegato Brambilla -. Solo una decina però sono occupati e non parliamo né di ricoveri in intensiva né in subintensiva". Ciò nonostante, due di queste persone avevano già concluso il ciclo vaccinale. "Uno dei due pazienti presenta sintomi lievi e l’altro è del tutto asintomatico, è stato individuato perché ha fatto il tampone prima di un intervento".

Un aspetto di cui tener conto sono poi le fasce d’età maggiormente colpite da questi nuovi contagi: la maggior parte si concentra infatti tra i 14 e i 24 anni, la popolazione di giovani che - tra le altre cose - conta l’adesione più bassa alla campagna. Il quadro generale dai 12 anni in su invece, vede il 49% della popolazione vaccinata con due dosi e il 63.3% solo con la prima. "Per quanto riguarda infine l’adesione degli over 60 - chiude Brambilla - l’obiettivo di raggiungere una copertura del 90% entro fine luglio, purtroppo, è sfumato. Tra i 60 e i 69 anni, la quota di vaccinati completamente, con due dosi, si ferma attorno al 60%".