Scavi in piazza Verdi, trovati reperti del ’500

Finale Emilia: sotto l’ex Bar Garibaldi, demolito post-sisma, intatte tre buche usate per gettare i rifiuti. I resti rivelano la vita degli antenati

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Si fa presto a chiamarla spazzatura: proprio i rifiuti, infatti, possono custodire un vero e proprio tesoro. La conferma ci arriva dalle ricerche effettuate in piazza Verdi, nel cuore di Finale, dopo la demolizione (per i danni causati dal sisma) del fabbricato dell’ex Bar Garibaldi, accanto al Palazzo Comunale: gli scavi hanno portato alla luce tre ‘butti domestici’, ovvero tre buche nelle quali in passato si gettavano i rifiuti, che si sono rivelate piene di sorprese. "Oggetti, frammenti e resti alimentari rinvenuti nel terreno permettono di ricostruire la vita quotidiana di una famiglia del ‘500 finalese", ha spiegato Francesco Benassi di ArcheoModena, durante la serata in ricordo di Berto Ferraresi che fu il pioniere dell’archeologia finalese. La conferenza, che si è tenuta al Carc, è stata organizzata nell’ambito delle iniziative per i 40 anni del Gruppo Studi Bassa Modenese. Xxx "I rifiuti raccontano una storia molto intima, quotidiana", ha detto l’archeologo. L’edificio demolito si collocava proprio nella parte meridionale dell’antico castrum, a ridosso delle mura, dunque custodiva i ricordi di una Finale del Rinascimento. Gli accumuli domestici sono stati trovati soprattutto a partire da un metro e 70 centimetri di profondità. Fra i reperti tornati alla luce, resti ben conservati di calzature di cuoio, una delle quali risalente al ‘400, l’altra al ‘500, e un frammento di giustacuore che attualmente sono a Roma, in restauro presso l’istituto specializzato: secondo l’archeologo, una delle buche ritrovate poteva essere un macero, forse per la concia del cuoio al naturale. Sono riemerse anche numerose ceramiche graffite, coppette con il motivo zoomorfo della coniglia gravida, ritenuto beneaugurante, o piatti con stemmi araldici stilizzati: fra le curiosità, anche un frammento in ceramica con una figura di donna bionda, e una statuetta fittile a tutto tondo, con una figura femminile senza volto. Xxx Nei ‘butti’ di piazza Verdi sono stati rinvenuti anche svariati resti organici, come vinaccioli e semi, che verranno esaminati dal paleobotanico per ricostruire gli usi alimentari dell’epoca. Le tantissime conchiglie ‘ricomparse’ si possono ricollegare a un regime alimentare di magro, con molto pesce: "Fra questi molluschi c’erano anche parecchie ostriche piatte – ha sottolineato Benassi –, segno che quasi certamente la famiglia che abitava questo edificio aveva uno stile di vita sufficientemente agiato". Cinque secoli dopo, è bello immaginare questa Finale antica e affascinante. Stefano Marchetti