Schianto contro un furgone, muore motociclista

Tragedia all’incrocio di Cortile, la comunità Sinti è subito intervenuta per prestare soccorso. Vittima Giuseppe Magnanini, 60 anni

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Un forte boato ha rotto il silenzio della campagna di Cortile ieri pomeriggio poco dopo le 18.30. Uno schianto fatale che non ha lasciato scampo a Giuseppe Magnanini, 60 anni, residente a Carpi. L’uomo era in sella alla sua moto Triumph nera e stava percorrendo la strada statale Motta 468, da Carpi in direzione Cavezzo, quando all’incrocio con via Chiesa Cortile ha violentemente impattato con un furgone Renault Master che invece proveniva da Stradello Cortile. Secondo i primi accertamenti effettuati dalla Infortunistica della Polizia locale dell’Unione delle Terre d’Argine, il furgone giallo avrebbe attraversato la statale Motta per immettersi in via Chiesa Cortile, impattando violentemente con il centauro che proveniva dalla sua destra. "Abbiamo sentito un rumore fortissimo e abbiamo subito capito che era successo qualcosa di grave – affermano i Sinti residenti nelle ex scuole di Cortile che danno proprio sull’incrocio –. Siamo corsi in strada e abbiamo visto l’uomo a terra. Il guidatore del furgone continuava a urlare completamente sotto shock, gli abbiamo dato un po’ di acqua. E’ un incrocio terribile, siamo qui dal 2014 e sono innumerevoli gli incidenti che si sono verificati, anche mortali". Sono stati i Sinti stessi ad allertare i mezzi di soccorso che sono giunti sul posto: nonostante la tempestività dell’intervento, per il sessantenne carpigiano non c’è stato nulla da fare. E’ morto poco dopo lo schianto. Sul luogo sono giunti anche l’elisoccorso e i Vigili del fuoco che hanno provveduto a tamponare sull’asfalto la benzina che era uscita a seguito dell’impatto. "Quando è arrivata l’ambulanza – proseguono i residenti – l’uomo aveva ancora il casco allacciato. Ma la situazione è risultata da subito disperata. Il furgone lo ha centrato in pieno con la sua parte anteriore destra. Si tratta di un incrocio maledetto: i mezzi sfrecciano ad elevata velocità, non rispettano le precedenze e sono strade molto pericolose. Dobbiamo chiudere i cancelli per la paura che i nostri figli escano e vengano travolti dalle macchine. Solo poche settimane fa noi stessi abbiamo aiutato i conducenti di un’ambulanza a uscire dal fosso in cui si erano ribaltati.

Tante volte abbiamo chiesto che venisse messo un semaforo in questo incrocio o una rotatoria o quantomeno dei dissuasori di velocità ma nessuno mai ci ha ascoltato e purtroppo un’altra persona è morta".

Maria Silvia Cabri