Screening al collo dell’utero "Adesione molto alta, oltre il 70% fa l’esame"

La campagna si rivolge alle 25enni già vaccinate entro i 15 anni con almeno due dosi . Rimodulato il programma contro il papilloma: la prima chiamata sarà a 30 anni.

Screening al collo dell’utero  "Adesione molto alta,   oltre il 70% fa l’esame"

Screening al collo dell’utero "Adesione molto alta, oltre il 70% fa l’esame"

di Sofia Silingardi

’5 minuti tra 5 anni’, cambia lo screening del collo dell’utero per le 25enni. Dallo scorso gennaio infatti la Regione ha rimodulato il programma di screening: le 25enni vaccinate entro i 15 anni con almeno due dosi contro il papilloma virus riceveranno a 30 anni (non più a 25) la prima chiamata allo screening. "La rimodulazione – spiega Francesca Tortolani Vincent – riguarda le ragazze nate nel 1998, che quest’anno compiono 25 anni, e che hanno ricevuto almeno due dosi del vaccino contro l’Hpv entro i 15 anni, perché per loro il rischio di sviluppare un tumore del collo dell’utero maligno, prima dei 30 anni, è un rischio estremamente basso. Quindi queste ragazze verranno chiamate non più a 25, ma a 30 anni con l’Hpv test. Invece, per le 25enni che non sono vaccinate o che hanno fatto il vaccino dopo i 15 il programma rimane invariato. La rimodulazione nasce dall’integrazione vincente tra la prevenzione primaria, offerta dal vaccino, e la prevenzione secondaria dello screening". Tutte le donne residenti o domiciliate assistite da un medico di base, che rientrano nella fascia d’età, sono comunque fortemente invitate a partecipare al programma di screening direttamente dall’Ausl. Per quanto riguarda l’adesione, "siamo soddisfatti, i dati ci dicono che più del 70% delle cittadine della nostra provincia aderiscono al programma di screening. Stiamo lavorando per aumentare ulteriormente questo dato e in particolare per quelle donne che sappiamo non aderire o non aderire con continuità. C’è una copertura capillare, i test di primo livello (Pap e Hpv) vengono eseguiti nei consultori in tutta la provincia, in modo da offrire a tutte le donne, indipendentemente da dove abitano, la possibilità di accedere facilmente al percorso. Siamo noi che chiamiamo, dando un appuntamento ed è poi una presa in carico: offriamo non solo il test di primo livello ma, alle donne il cui test risultasse positivo, anche la possibilità di fare accertamenti in maniera gratuita e organizzata dal percorso. Ogni informazione è comunque scatta nella lettera di invito che verrà ricevuta a casa". Come ricorda Tortolani, "i test consentono di identificare lesioni legate all’infezione da virus papilloma, lesioni del collo dell’utero che sono asintomatiche e non riconoscibili con una visita ginecologica, e che se non identificate e trascurate possono nel tempo evolvere verso lesioni tumorali".