Sentenza: “La Piadina Romagnola si fa solo in Romagna”

Il Consiglio di Stato mette fine a una querelle con una ditta di Modena

Una vera piadina romagnola (foto Ravaglia)

Una vera piadina romagnola (foto Ravaglia)

Modena, 14 maggio 2015 - La Piadina Romagnola potrà essere fatta solo in Romagna. Il Consiglio di Stato ha così accolto l’appello presentato dal Consorzio di promozione e tutela della Piadina Romagnola insieme a Ministero della politiche agricole e Regione Emilia-Romagna. Lo spiega lo stesso Consorzio in una nota. La sentenza (02405/2015) dà ragione al Consorzio che si era appellato al Consiglio di Stato dopo la vittoria, al Tar Lazio, di un’azienda di Modena che produce di piadina. Azienda che ora potrà continuare a produrre piadine, ma non potrà più denominarle come ‘Romagnole’, visto che l’indicazione è una Igp. Per il presidente del Consorzio, Elio Simoni, «si è fatta giustizia».

Per il Consiglio di Stato il provvedimento del Tar è «discriminatorio e in contrasto con la disciplina comunitaria, poiché limitava l’utilizzo dell’Igp alla sola produzione cosiddetta artigianale nei chioschi, con esclusione di quella industriale, senza precisare in che modo, e per quale ragione la produzione nei chioschi assuma caratteristiche qualitative differenziate e peculiari rispetto a quella industriale». La sentenza stabilisce inoltre che «nel settore produttivo agro/alimentare per numerosi prodotti beneficiari di Igp o Dop si registra, invero, il passaggio da un’originaria produzione in ambito limitato e a livello artigianale a quello su scala industriale, in relazione all’incremento della domanda dei consumatori, senza che ciò influisca sul regime di tutela che si incentra sulla ricetta, sulla zona di origine, sulla reputazione del prodotto e sul metodo di ottenimento».

Ora, spiega il Consorzio la denominazione protetta ‘Piadina Romagnola' o ‘Piada Romagnola' è a disposizione «solo ed esclusivamente di tutti i preparatori romagnoli e nessuno, al di fuori della Romagna, potrà imitarla». Il direttore Paolo Migani ha poi risposto alla critiche che imputano al disciplinare Igp essere più adatto alla produzione industriale e danneggiare i piccoli produttori artigianali dei chioschi: «ribadiamo che siamo, come sempre lo siamo stati, a disposizione di tutti i preparatori siano essi chioschi, ristoranti, imprese artigianali, a fornire tutte le corrette e precise informazioni in merito all’utilizzo della denominazione, per poter dare a tutti l’occasione si sfruttare nel modo migliore l’importante opportunità offerta dalla registrazione dell’Igp».