Serio, il ricordo è collettivo: "Grazie Roberto"

Duecento persone alla presentazione del libro dedicato al giornalista e uomo di cultura "’ossessionato’ dall’idea di migliorare il mondo" .

Serio, il ricordo è collettivo: "Grazie Roberto"

Serio, il ricordo è collettivo: "Grazie Roberto"

di Stefano Luppi

Tutto il sistema culturale modenese ieri mattina, all’ex San Paolo di via Selmi, si è stretto intorno ai famigliari e amici di Roberto Serio. L’ex ufficio stampa del Comune – e molto altro, in realtà, da vero "innamorato" della cultura quale era – scomparso due anni fa è ora ricordato attraverso il volume ’Chiedi chi era Roberto Serio’ (Incontri Editrice), un racconto corale con 70 testimonianze di chi l’ha conosciuto o con lui ha collaborato. Almeno duecento le persone intervenute alla presentazione del volume introdotta dalle nipoti di Serio – da tutti in città conosciuto come ’Picchio’ – Carolina e Cecilia Sanlej e dal poeta Roberto Alperoli, ex assessore a Modena.

Tra il pubblico, lo scrittore Roberto Barbolini, il capo di Ago Daniele Francesconi, la direttrice del Museo civico Francesca Piccinini mentre erano in prima fila il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e l’assessore alla cultura Andrea Bortolamasi. Quest’ultimo ha introdotto la giornata che ha visto anche la partecipazione sul palco dell’attore Andrea Ferrari e del musicista Marco Baroni: "Grazie alle nipoti di Roberto e ad Alperoli mi sono molto emozionato con questo libro collettivo che racconta benissimo Serio. Lui univa alto e basso, il calcio con una prima del teatro Storchi, una nota stampa poco divertente sul consiglio comunale alla cultura punk. Alla base di tutto la passione".

Proprio le nipoti Cecilia e Carolina hanno emozionato la platea: "Questo volume manterrà vivo nostro zio anche perché qui lo si scopre sempre di più, al di là del fatto che anche noi in vita potevamo conoscerlo più a fondo se ci fosse stato più tempo. Qui comunque ci sono tante testimonianze, frammenti della sua vita di professionista attentissimo a ogni aspetto, unito alla sua innata gentilezza, capacità di provocare e tanta effervescenza". Alperoli ha ricordato il poeta Giovanni Raboni: "La memoria è già una forma di resurrezione e fare questo libro è stato impegnativo, vitale, faticoso, gioioso, malinconico e ci ha unito per sempre attraverso l’impresa. Serio ha vissuto nel molteplice, era curioso di tutto e appoggiava gli occhi su ogni fatto piccolo o grande fosse. Era ossessionato dal fare bene le cose per migliorare il mondo e sono certo che manca a molti, manca alle mura di Modena e alla sua intelligenza collettiva".