Sezione di Fiumalbo, istituto comprensivo di Pievepelago

Lottava per salvare gli ebrei perseguitati, fu ucciso nel 1945. Il suo sacrificio ci ha insegnato il valore della libertà e dell’uguaglianza

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Don Luigi Lenzini nacque il 28 maggio 1881 a Fiumalbo, in via dei Leoni n. 74 nel quartiere Bassa Costa. Oggi presso la sua casa c’è una piccola targhetta posta dal Comune di Fiumalbo per celebrare la sua memoria.

Egli fu ordinato sacerdote nel 1904 e dopo aver svolto diversi servizi pastorali, fu nominato parroco di Crocette, frazione di Pavullo nel Frignano, dove rimase fino al 21 luglio 1945, quando fu assassinato all’età di 64 anni.

Don Luigi Lenzini era un uomo buono: non accettava le disuguaglianze tra le persone e proprio per questo è stato ucciso.

Ha combattuto per l’umanità e ha sempre detto che l’amore è più forte dell’odio e del male.

Fu parroco proprio nel luogo dove c’è stato lo scontro tra le forze partigiane e quelle nazi-fasciste. In questa zona erano stati uccisi parecchi sacerdoti che come lui cercavano di salvare degli ebrei perseguitati. Quindi se lo aspettava in un certo senso, ma questo non gli ha impedito di agire in nome dell’uguaglianza e secondo giustizia.

La notte del 21 luglio è stato raggiunto da alcuni criminali mentre si nascondeva in cima al campanile ed è stato portato via. Purtroppo quello che ha subito nelle ore successive è stato così crudele da essere irripetibile. Questo è stato il sacrificio di un innocente per difendere la vita di una famiglia di innocenti.

I funerali di Don Lenzini sono stati celebrati il 30 luglio 1945 nella Chiesa di Crocette.

Il Comune di Pavullo per onorare la memoria di don Luigi Lenzini gli ha voluto dedicare una strada. Degli otto imputati dell’omicidio due furono prosciolti, uno fu assolto per non aver commesso il fatto, mentre gli altri cinque furono assolti per insufficienza di prove.

Abbiamo ricevuto molte informazioni anche grazie alla signora Francesca, sua pronipote, che pur non avendolo conosciuto di persona, ne ha ricordato molte curiosità.

Se non lo ha conosciuto di persona, chi le ha raccontato delle vicende di suo zio?

"Non l’ho conosciuto di persona, ma ho scoperto che era mio zio quando a Pavullo ho visto una via con il suo nome, sono andata in Comune e ho scoperto che don Luigi era mio zio".

Cosa ha spinto don Luigi a fare questo gesto di sacrificio?

"Ha voluto essere responsabile di una parrocchia, essere pastore, prendersi cura delle famiglie, delle persone. Prima della messa portava i sacramenti agli ammalati, poi metteva in guardia i suoi fedeli, cercava di avvicinare i giovani alla chiesa. Don Luigi Lenzini era un gran predicatore, e per questo veniva ascoltato con interesse nelle parrocchie. Perché la sua voce si innalzava a denunciare i cattivi, però le sue prediche davano fastidio a qualcuno, e per questo è stato condannato a morte. Anche quando lo minacciavano di tacere con intimidazioni lui ha continuato a parlare e ad obbedire a Dio".

1C scuola media di Fiumalbo