Sfalci e pulizie, Camatti assessore tuttofare

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EROS CAMATTI, assessore di Pavullo, deve districarsi tra una decina di deleghe; politiche ambientali e del verde, caccia e pesca, politiche per l’energia e le risorse idriche, qualità dell’aria – ciclo dei rifiuti, igiene pubblica e polizia veterinaria, servizi cimiteriali e polizia mortuaria.

Un bel numero di settori da seguire. Cosa che fa dall’ufficio, ma principalmente sul campo. Si può definire assessore tuttofare, operativo a 360 gradi. Ieri, ad esempio, ha imbracciato la motosega e con indosso una tuta blu ha tagliato la vegetazione che ostruiva la visibilità agli automobilisti che, provenendo dalla strada di Gaiato, all’incrocio giravano sulla statale 12 verso Lama Mocogno. «Si potevano rischiare incidenti – dice –. Con la mia motosega ho tagliato le piante che sporgevano, ho chiesto una mano a Romano Ruggeri della Pro Loco che mi ha aiutato». Non è la prima volta che l’assessore (nella foto) si trasforma in operaio, volontario. Qualche giorno fa, a Sant’Antonio, da solo, ha tagliato 200 ‘marughe’. E poiché ha la delega ai servizi cimiteriali, è stato visto più di una volta lavorare nei cimiteri del territorio comunale. «L’altro giorno, c’era da fare un intervento nel cimitero principale e una ditta sarebbe venuta soltanto se prima fosse stato preparato il lavoro. Allora con un martello elettrico – raccolta Camatti –, in due giorni e mezzo, ho tolto 20 metri di guaina vecchia e la ditta ha messo la nuova. Sono tre anni che i Pavullesi mi vedono lavorare anche nei cimiteri, a segare l’erba, a rastrellarla e a portarla via. Ho anche riparato le lapidi di tombe che non cura più nessuno: ho acquistato la colla a piano piano le ho rimesse apposto. Vorrei fare un fondo per la conservazione delle tombe di persone che non hanno più parenti in vita». Camatti sostiene che se fa l’assessore in camicia e la cravatta stando in ufficio «si conclude poco. Se un cittadino mi informa che ha un determinato problema, io vado e lo risolvo. Adesso ad esempio sto lavorando su due panchine che erano in piazza Borelli. Mi danno una mano Claudio Bernardoni e Giorgio Pattuzzi e qualcun altro. Sto anche controllando buche segnalate su alcune strade. Non ho nessuno che le chiuda e con due sacchi di catrame le chiudo io. Ho tante cose da fare anche in ufficio, ma non abbiamo operai...» conclude.

Walter Bellisi