Non solo la palma di mister preferenze: chi tra Gian Carlo Muzzarelli e Luca Sabattini arriverà primo controllerà, con le rispettive cordate, il partito modenese per i prossimi anni. Quando dopo aver avviato la fase congressuale ci saranno da stabilire le candidature per le Politiche 2027 (con Stefano Bonaccini che punta al Parlamento) e le Amministrative del 2029.
Nel partito la descrivono come una lotta senza quartiere quella tra Muzzarelli e Sabattini per accaparrarsi i voti: la ’linea di frattura’ non corre lungo la parola rinnovamento, perché comunque anche Sabatini sarebbe, se venisse eletto, al terzo mandato. Ma segue il fattore anagrafico: la riscossa dei 40-50enni, sulla falsariga del (peraltro fallito) assalto per la candidatura a sindaco di Modena. Muzzarelli ambisce al primato e non solo: vuole raggiungere quota 20mila preferenze, che qualcuno definisce ‘la soglia Bastico’, dal numero di voti che prese l’ex sindaca e vice ministra nelle Regionali del 2005, quando Muzzarelli arrivò terzo.
Il triplice obiettivo è il controllo del partito (le sorti di Bonaccini a Roma potrebbero a quel punto dipendere da lui), la rivincita personale dopo lo ’smacco Mezzetti’ che gli ha sfilato il timone della conduzione amministrativa della città, e la possibilità, gettando sul piatto della bilancia la sperata montagna di preferenze, di mettere spalle al muro Michele de Pascale e costringere il partito regionale a rivedere l’assegnazione in quota Modena di un assessorato, per ora Bonaccini ha blindato Davide Baruffi. Muzzarelli naturalmente ambirebbe alla Sanità, e in ogni caso ricoprirà un ruolo nel settore.
Per Sabatini invece arrivare primo, oltre al prestigio personale da spendere in futuro, significherebbe consentire a chi lo sostiene (Stefano Vaccari, Stefano Bonaccini, Davide Baruffi) di riprendere saldamente le redini del partito a Modena, relegando Muzzarelli e i suoi supporter al ruolo di comprimari.
Sullo sfondo impazza la logica dei ticket, che tutti a parole ripudiano, ma sotto traccia alimentano. C’è chi parla ormai non più di ticket, ma di tRicket con la lettera ’r’ in mezzo: i candidati sarebbero disposti a cambiare partner a seconda dei territori, non disdegnando i trittici: Muzzarelli per esempio con Ferrari sulla città, con Baraccani in Appennino, con Costi nel distretto. Ferrari scommetterebbe a sua volta su Muzzarelli in città e Sabattini nel distretto e nelle Terre dei Castelli. Sabattini invece si abbinerebbe a Stefania Gasparini a Carpi (e viceversa) e a Costi nel distretto. "Attenzione – mette in guardia le donne in campo una esponente di primo piano del partito – a non farsi ridurre a un ruolo ancillare dei ‘maschi alfa’: le donne pensano di guadagnarci qualcosa da questo schema da affinità elettive, ma alla fine a essere avvantaggiati saranno soprattutto quegli uomini che hanno più presa elettorale inter-territoriale".
Intanto è caccia all’ottavo candidato, civico, del Partito democratico: spunta il nome di Roberto Gianaroli, presidente del’Aereo Club di Pavullo, a cui sarebbe stato chiesto.