Sgarbi: "Galleria Estense separata da Ferrara Modena potrebbe essere capitale del libro"

Il nuovo sottosegretario prepara la scissione dei due musei nazionali: "Hanno storie diverse, entrambe vanno valorizzate". Poi va a ruota libera: "I chioschi del parco? Li trovo brutti. Sì a una targa sul ducato sulla facciata del Palazzo. Bottura? Come Kant"

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di Stefano Luppi

"La Galleria Estense di Modena, ancora unita con Palazzo Ducale di Sassuolo, sarà staccata da Ferrara, che verrà unita direi con i musei di Comacchio. Questa novità servirà a esaltare entrambe le ex capitali estensi. Non voglio infatti fare alcuna polemica, ma è chiaro che Modena, oggi, ha molte eccellenze mentre la ‘mia’ città natale ha dalla sua la storia, come vedremo anche in una grande mostra sul Rinascimento ferrarese che stiamo preparando per febbraio a Palazzo dei Diamanti. Ma sulla vostra città ho molte idee".

Vittorio Sgarbi, tra i volti più noti d’Italia e riconosciuto esperto d’arte, da alcuni giorni è sottosegretario alla cultura del governo Meloni: le sue prime riflessioni, oltre che a Milano, sono state dedicate alle due città già capitali del Ducato degli Este.

Sottosegretario, i musei statali di Modena e Ferrara si staccano dunque?

"Sì, le attuali Gallerie Estensi avranno due direzioni autonome proprio per esaltare entrambi quei musei nazionali. So benissimo che la Galleria Estense di Modena è nata prima della Pinacoteca di Ferrara ed è stata diretta dal grande Adolfo Venturi. Il museo di Ferrara ha, però, una storia differente che deve essere raccontata meglio, entrambe ci guadagneranno con la loro autonomia".

Al Carlino la direttrice delle Gallerie Estensi Martina Bagnoli ha detto: ’Al momento non sappiamo niente. Aspetto disposizioni da Roma’. Che dice?

"Non ho alcuna intenzione di fare polemiche, come le ho anticipato, ma apporteremo novità".

Quali?

"Beh, credo che all’Estense si potrebbe organizzare una mostra sul grande scultore antico Guido Mazzoni, inoltre il museo andrà sostenuto con degli acquisti. Peraltro sto giusto verificando le sorti di un capolavoro di Guercino che era presso un antiquario spagnolo e penso potrebbe andare nel museo della raccolta estense modenese".

Cambiamo argomento, lei ha parlato anche del Palazzo Ducale di Modena.

"Sì, rispetto al posizionamento di una targa o lapide dedicata alla storia. Il Palazzo Ducale è un bene demaniale e quindi non tocca al Comune di Modena decidere quel che accade lì dove fu la corte dopo la Devoluzione di Ferrara alla Chiesa nel 1598. Alla Soprintendenza competente dirò di mettere in evidenza questa storia. L’ex parlamentare di Modena Giovanardi mi ha parlato tempo fa di questa iniziativa e io non ci vedo nulla di strano: dappertutto si spiega cosa c’era nei principali palazzi cittadini. Non vedo perché qui non debba essere così. Giovanardi mi ha detto delle polemiche cittadine, ma appunto non vedo ragioni nel contenzioso e gli uffici di tutela dovranno ascoltare l’opinione del Ministero".

A proposito di Giovanardi lei era venuto a Modena a con lui per vedere i chioschi del parco delle Mura.

"Ricordo benissimo, ma poi c’è stata una sentenza e quel che posso dire è che quegli spazi a me paiono brutti".

Conosce il progetto dell’ex ospedale Sant’Agostino?

"No di questo proprio non ho mai sentito nulla e quindi non le posso rispondere".

Cosa pensa in generale della attività espositiva a Modena?

"Mi pare non sia particolarmente stimolante, la città insomma non è un luogo dove andare ogni giorno a vedere una mostra. Ma non dimenticherò la vostra città anche perché il nostro capo di gabinetto, Francesco Giglioli, è della zona. Dunque, come guarderò con interesse Ferrara, altrettanto farò con Modena".

Anche per altre novità?

"Certo, a Modena avete un grande scrittore come Antonio Delfini e penso che la città potrebbe diventare capitale del libro, evento a cui stiamo pensando. Inoltre lì c’è il grande gallerista, Emilio Mazzoli che lavora con me al Mart di Rovereto e un pittore riconosciuto come Wainer Vaccari. E non scordiamo che oggi Modena è capitale anche per l’aceto balsamico tradizionale che andrebbe vincolato così come io vincolerei anche Massimo Bottura, il Kant di oggi".