Si è spento il neurologo Baratti, tra i massimi esperti di Parkinson

Aveva 68 anni, per oltre 17 era stato primario al Ramazzini Lutto nell’associazionismo: «Lascia un grande vuoto»

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Per oltre 17 anni è stato una delle colonne portanti dell’Unità Operativa di Neurologia del Ramazzini, dove è giunto nel 1999, fino alla pensione nel 2016. Mario Baratti (nella foto), neurologo, parkinsonologo, neurofisiologo, studioso instancabile della materia medica, con una formazione anche psichiatrica, è morto mercoledì a 68 anni all’ospedale di Reggio, dopo una malattia. Originario di Boretto, dove risiedeva, considerava Carpi la sua seconda casa. Il dottor Baratti era tra i parkinsonologi più esperti a livello nazionale, nonché uno dei primi clinici in Italia ad affrontare il disturbo del gioco d’azzardo patologico nella sindrome da disregolazione dopaminergica.

Un punto di riferimento medico e umano per tanti pazienti e colleghi: «Mario prima che collaboratore sul lavoro era un grande amico – ricorda Gabriele Greco, già direttore di Neurologia –. Un medico attento e affidabilissimo, anima centrale del ‘gruppo’, capace di coagulare l’entusiasmo sul lavoro. Per questo gli venne affidata la responsabilità della Stroke Unit. Si era specializzato nei disturbi del movimento e nella malattia di Parkinson». Anche l’associazionismo carpigiano lo piange: Baratti è stato tra fondatori del Gruppo Parkinson e di ALICe. «Ricordo Mario Baratti come il mio maestro dell’arte della parkinsonologia – prosegue lo psichiatra Giulio Cabri, presidente del Gruppo Parkinson –. A lui devo le mie conoscenze extra-accademiche sulla materia. Ho solida dentro di me la sua immagine di professionista, rivoluzionario, portatore di idee, intellettuale. Ma soprattutto la sua figura di uomo, padre, amico. Grazie a lui è nato il Gruppo Parkinson. Lascia un grande vuoto in noi».