"Si penalizzano ancora gli imprenditori Subito un tavolo per correggere il decreto"

Le associazioni di categoria sul piede di guerra: "E’ inaccettabile stravolgere tutto nel mezzo della stagione turistica" "Vanno chiarite le modalità del controllo o si creeranno conflitti tra gli esercenti e i loro clienti: ci saranno difficoltà"

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"Una norma che penalizza, ancora una volta, il mondo della ristorazione, già messo a durissima prova dal Covid e dalle restrizioni e che irrompe, nel bel mezzo della stagione turistica, stravolgendone le regole, con la conseguenza certa e devastante, come sta accadendo in queste ore, di indurre tante famiglie a disdire le vacanze prenotate per agosto". Luca Marchini, presidente di Fipe-Confcommercio e Amedeo Faenza, presidente provinciale di Federalberghi non hanno nessun dubbio "sul fatto che non si debba abbassare la guardia di fronte alla diffusione delle varianti", ma "le norme introdotte sono discriminatorie. Senza considerare il fatto che agli operatori viene attribuito il compito gravoso del controllo della validità del Green Pass, trasformandoli in agenti di pubblica sicurezza con tutte le responsabilità, anche legali".

Anche le famiglie che vogliono trascorrere insieme le vacanze saranno ’separate’. "Se il Governo - incalzano Marchini e Faenza – è comprensibilmente preoccupato per gli over 60 che ancora non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino allora deve sapere che l’azione di moral suasion attraverso i ristoranti rischia di essere fallimentare: solo il 9% degli over 60, infatti, è un frequentatore non occasionale di questi esercizi ed ecco perché questa misura non riuscirà a spingere gli over 60 più scettici a vaccinarsi. Speriamo che il Governo corregga in corsa il decreto cosicché sia possibile evitare danni pesanti ed irreversibili alle imprese del turismo e della ristorazione".

Per il presidente di Lapam, Gilberto Luppi "l’importante è trovare tutti gli strumenti per tener aperto le attività". "Chiediamo agli amministratori pubblici e a tutte le istituzioni – continua – di promuovere una campagna capillare di sensibilizzazione per aumentare la percentuale di vaccinati. Nelle piccole e medie imprese non è mai mancato il senso di responsabilità. Non vogliamo entrare in polemica quello che sappiamo è che i piccoli imprenditori continueranno a rispettare le indicazioni per evitare il rischio di una nuova ondata della pandemia. Voglio sottolinearlo di nuovo: non possiamo permetterci ulteriori restrizioni e chiusure per le nostre attività. Su questa consapevolezza si fondano i nostri comportamenti, anche per quanto riguarda le vaccinazioni".

Per Confesercenti il "Green Pass, così come è stato delineato, pone a carico di alcuni imprenditori (in particolare pubblici esercizi, palestre, cinema e teatri) incombenze di particolare gravosità e, in molti casi, impossibili da gestire. Chiediamo un tavolo tecnico di confronto perché sono necessari correttivi urgenti e chiarimenti sulle modalità di controllo, prima dell’entrata in vigore dell’obbligo. Pur condividendo l’esigenza di accelerare l’adesione alla campagna vaccinale – sostiene Marvj Rosselli, direttore provinciale Confesercenti – non possiamo accettare che la collaborazione delle imprese diventi un’assunzione eccessiva di responsabilità e un caos organizzativo, anche considerando che il green pass è comunque una forte limitazione dell’attività economica, che andrà adeguatamente indennizzata".

"Ancora una volta è successo ciò che temevamo: anche con il nuovo decreto, l’incombenza del controllo va a carico degli esercenti – commenta Alberto Papotti, segretario Cna – Una cosa inaccettabile. Non si possono stabilire regole così rigide e pretendere che i ristoratori e tutte le altre categorie chiamate in causa, tra le più colpite dalle conseguenze economiche della pandemia, siano costrette a verificare la corrispondenza e l’esattezza del Green Pass dei clienti che si presentano loro. Sarebbe stato molto più utile che questi controlli fossero affidati alle autorità competenti. invece, in questo modo, ancora una volta si rischia di creare un vero e proprio conflitto tra i ristoratori e i propri clienti. Il decreto non interviene a chiarire un aspetto che mette in difficoltà tantissime imprese: i ritorni dalle ferie all’estero di tanti dipendenti che non si sa come debbano gestire il loro rientro al lavoro, in quale modo, con quali norme. Non si può continuare a scaricare sulle imprese gli oneri dei controlli".