Si riapre il ’cold case’ della 44enne scomparsa nove anni fa proprio in quella zona

Appassionata di armi, con lei sparirono anche due pistole

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Un mistero lungo 9 anni. Paola Landini è scomparsa il 15 maggio del 2012 dopo aver trascorso la mattina al Poligono di tiro di Sassuolo, dove quel giorno le telecamere non funzionavano. Viveva a Fiorano col suo compagno Roberto Brogli, direttore del Tiro a segno. La sua macchina il giorno della scomparsa è rimasta parcheggiata al Poligono, chiusa, con dentro gli effetti personali: la borsa, il portafoglio, soprattutto due telefonini, uno dei quali ignoto alla famiglia che Paola utilizzava per dialogare con uno sconosciuto. Quel 15 maggio sono risultate sparite anche due pistole, prelevate dalla casa che condivideva legalmente con Brogli. E’ fuggita perché doveva difendersi da qualcuno o le è stato fatto del male? Dal portatile rimasto in casa sono state cancellate le sue foto. La famiglia, soprattutto la mamma, la signora Deanna Parmigiani, è sempre stata convinta che le sia capitato qualcosa di brutto perché non aveva mai rivelato intenzioni suicide o di allontanamento volontario. Tanto più dopo una lettera anonima arrivata al Tiro a segno e destinata al figlio di Paola, Luca Arletti.

La missiva, scritta al computer e piena di sgrammaticature, esordiva così: "Tu sai cosa è successo, pulisciti la coscienza".

Parole rivolte a una terza persona legata solo indirettamente alla vita di Paola. Un testo che esortava poi a una confessione.

"Ricordo – spiega Ezio Denti, l’investigatore ingaggiato a suo tempo dal figlio Luca – che demmo proprio l’indicazione di cercare intorno al Poligono di tiro. Sono sempre stato convinto che sia stata uccisa. Basta porsi una domanda. Perché è scappata con due pistole che appartenevano al compagno quando avrebbe potuto fuggire con le sue? Ora che i suoi resti sarebbero stati trovati come mai non si trovano anche le armi?".

Gianpaolo Annese