"Siamo circondati da spaccio e prostituzione"

La titolare dell’hotel ’Stella d’Italia’ in via Ferrari, a due passi dalla stazione: "Tanti clienti apprezzano la struttura ma poi scappano".

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di Valentina Reggiani

"Quando mi ‘azzardo’ a sistemare le aiuole e a dare acqua ai fiori mi aggrediscono: è lì che nascondono la droga e spesso vanno a rovistare tra le piante per poi scappare con panetti interi di hashish. Tanti clienti hanno fatto saltare le prenotazioni: le recensioni sulla struttura sono ottime ma la sera, soprattutto se si tratta di clienti donne, hanno il terrore ad attraversare il quartiere. Se vogliamo lasciare la zona tempio stazione in mano a queste persone stiamo facendo la cosa giusta affinchè succeda".

E’ affranta e arrabbiata Clara Badiali, moglie di Roberto Zambelli amministratore dello storico hotel la stella D’Italia in via Paolo Ferrari. Badiali denuncia infatti una situazione giunta ormai al limite a causa appunto della nutrita presenza di spacciatori ma anche del ‘ritorno’ delle lucciole, spesso sotto effetto di droghe, ad ogni ora del giorno e della notte.

Secondo lei la situazione è peggiorata?

"Assolutamente. E non si tratta di ‘percezione’. Lo dimostrano le cattive recensioni dei clienti che parlano di staff cordiale, ottimo servizio dell’hotel ma di una zona caratterizzata da un degrado allucinante. Eppure ci sono imprenditori, come noi, che credono ancora in questa zona e investono: abbiamo speso di recente 100mila euro per realizzare quattro junior suite. I nostri clienti sono per lo più ingegneri Maserati, manager delle Ferrovie dello Stato, forze dell’ordine, tecnici che lavorano ai nuovi progetti di Cnh, quindi Fiat e siamo a dir poco dispiaciuti per le scene a dir poco preoccupanti a cui si trovano ad assistere una volta arrivati in hotel".

A che genere di scene si riferisce?

"Allora, teniamo presente che abbiamo ristrutturato di recente l’hotel spendendo cifre astronomiche perché quando un imprenditore investe lo fa anche per la città in cui lavora perché noi rappresentiamo l’accoglienza e siamo stati gli unici a restare aperti durante il lockdown. Eppure mentre noi riqualifichiamo, ci troviamo a convivere con prostitute che lavorano nella rotatoria del Tempio giorno e notte, quasi tutte tossicodipendenti e tantissimi spacciatori. Gli scambi coi clienti avvengono a vista proprio accanto alla nostra struttura e quindi sotto gli occhi dei clienti".

Lei ha detto che la situazione è peggiorata…

"Sì anche per il fatto che hanno aperto tanti piccoli negozi etnici che hanno alimentato l’arrivo di persone che poi delinquono ed è attesa a breve pure l’apertura di un’altra macelleria islamica. Occorre scoraggiare i privati ad affittare a queste persone perché, altrimenti, si crea un ghetto e non ci siamo lontani. Ma vorrei ricordare che qui c’è la casa natale Enzo Ferrari eppure la zona può essere definita tutto meno che eccellenza: anzi, pare più un piccolo villaggio etnico e non il luogo che ha dato i natali al drake".

Quali soluzioni occorrerebbero?

"Io e mio marito chiediamo che sindaco e Amministrazione formulino un piano di questo degrado; che si sequestri il locale qua dietro, ovvero l’immobile abbandonato che è divenuto una base di spaccio. Noi non molliamo ma la situazione è insostenibile".

E’ mai stata aggredita?

"Spesso. Solo l’altro giorno sono stata spintonata perché spazzavo accanto all’aiuola, toccando con la paletta un panetto di droga. Il pusher mi ha spinto affermando che non dovevo azzardarmi a toccare quell’aiuola poi si è preso il panetto e se ne è andato. Insomma: è tornato il Bronx del 2008. Questa situazione non è certo un bel biglietto da visita per la città: un degrado simile davanti ad una struttura alberghiera danneggia l’attività stessa e contestualmente la città".